Chico Forti oggi lascia il carcere di Verona per incontrare la sua anziana mamma a a Trento: i due non si vedono dal 2008, sono passati 16 anni
BOLOGNA – Dopo 16 anni dal loro ultimo incontro, avvenuto nel 2008, oggi Chico Forti rivedrà la sua mamma. Era il suo principale desiderio, come lo stesso ha detto al suo rientro in Italia sabato. “Se mi sono mantenuto così è per mia madre, spero presto di abbracciarla“. E anche dall’America, prima ancora che riuscisse l’operazione diplomatica del governo Meloni che lo ha riportato in Italia, aveva detto tante volte che la sua più grande speranza era quella di riabbracciare la madre.
Chico Forti ha 65 anni (gli ultimi 25 li ha passati in un carcere in Florida per una condanna all’ergastolo per l’omicidio di Dale Pike, per cui lui si dichiara innocente), la sua mamma (di nome Maria Loner Forti) ne ha 96: l’incontro tra i due avverrà a Trento, dove la mamma si trova ed è impossibilita a spostarsi per motivi di salute. Prima di oggi, i due si erano parlati al telefono sabato. Per andare a incontrare la donna, l’ex campione di windsurf ha ottenuto un permesso dal giudice e lascerà per la giornata di oggi il carcere di Verona dove è stato trasferito poco dopo il rientro in Italia. L’ottenimento del permesso in tempi record (accordato dal tribunale di sorveglianza di Venezia) ha suscitato alcune polemiche nel giro dei sindacati penitenziari, dove il trattamento riservato a Chico Forti è stato visto come preferenziale rispetto ad altre situazioni di detenzione.
Il parlamentare di Fratelli Andrea Di Giuseppe, che da anni segue da vicino il caso Forti, ha parlato di un “atto di umanità”, spiegando che si tratta di un permesso straordinario della durata di poche ore. Queste le sue parole: “Chico aveva incontrato l’ultima volta la madre sedici anni fa, dicendole che probabilmente non si sarebbero più rivisti. Questa donna, oggi 96enne, ha resistito fino a oggi solo per riabbracciare il figlio. Ringrazio il giudice di garanzia e gli avvocati per la celerità con cui è stato concesso questo permesso, un atto di umanità”.