Valida per il secondo turno del torneo di Wimbledon la partita di Jannik Sinner e Matteo Berrettini andrà in diretta tivvù in una famosa emittente a pagamento. Quale evento più speciale di questo meritava invece una diretta tutta italiana? Perché non si transige per avere l’esclusiva nel calcio mentre invece il tennis con questa unica occasione deve essere rimandato a chi ha già provveduto assicurando un abbonamento all’emittente?
La questione appare veniale ma è sostanziale. Riguarda all’incapacità del nostro paese di valorizzare sé stesso affermandone ai propri occhi le espressioni migliori. Sinner e Berrettini sono due diverse rappresentazioni del nostro paese. Il primo ha avuto tutti i favori delle luci della ribalta grazie ai suoi successi sul campo e alla conquista del numero uno in classifica del ranking mondiale. Berrettini rappresenta l’ideale dell’eroe romantico che caduto di cavallo dopo una gloria, pur meno intensa del rivale di oggi, sta rimontando sul suo destriero per dare a sé stesse e a chi aveva creduto in lui il destino accreditatogli.
“Se penso di poterlo battere? Sì, altrimenti non scenderei nemmeno in campo”, ha dichiarato Berrettini e da Roma, special modo dalla sua Monteverde sono tutti con lui. Le quote delle scommessse, fortemente evocative – ma al contrario – delle prevedibili sorti dell’incontro parlano chiaro. Le quote guardano a Sinner favorito a 1.17, mentre la vittoria di Berrettini è quotata 4.5 la posta. Come dire, è talmente improbabile che vinca da spingere l’azzardo a scommettere nella prospettiva di più che quadruplicare la posta.
L’unico precedente si ha solo per l’anno scorso dove Sinner vinse 6-4, 6-3 soffrendo solo nel primo set.
Ma è chiaro che questo rappresenta qualcosa di più di una partita a tennis. I due sono da una parte l’ideale vincente e dall’altro quello della caduta che risale la china. Sono due raffigurazioni del nostro paese. La prima di un’Italia che si è trasformata e vive di innesti, acquisizioni, evoluzioni e collegamenti. Dall’altro l’Italia, un tempo di tutti noi, che invece è caduta, pareva non ce la facesse e invece ce la fa, quantomeno a risalire la china. Tutto il resto si vedrà.
In un paese che ha visto svilire le compagini nello sport più celebrato era giusto oggi celebrare il tennis con un movimento di opinioni, idee e spunti tematici in grado di superare lo stretto evento in sé. Ma tutto questo non è accaduto e non accadrà. E anche questo è molto italiano. Ci si accorge delle proprie ricchezze quando sono inarrivabili o quando sono cadute. Il loro corso storico non interessa.