“Nel rispetto di chi ha firmato il protocollo d’intesa, e senza negare le criticità della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio, reputo inopportuna la costruzione di nuovi edifici nell’area protetta di Monte Mario, nel perimetro dei parchi di Roma Natura. Prima di interventi così impattanti a 300 metri dalla Basilica di San Pietro, ricordando gli impegni presi nel 2022 da tutti i candidati alle elezioni politiche di quel collegio davanti ai cittadini, eletti e non, e con gli indirizzi storici dati da FDI in materia urbanistica, occorre verificare fino in fondo possibili alternative. Al riguardo c’è una mia interrogazione parlamentare dell’ottobre 2022 richiesta dal territorio, dalle associazioni e dai nostri eletti cui rispose il Ministro Cartabia. Prima di costruire nuove cubature cancellando i vincoli ambientali, eliminando o quasi un parco pubblico per i pochi bambini sopravvissuti del centro storico, occorre provare a cambiare destinazioni d’uso a edifici esistenti o sostituirli con nuovi, demolendo e ricostruendo. Si devono valutare le alternative meno impattanti a tutela dei cittadini e del centro storico, che subiscono da decenni l’orrore degli edifici del Tribunale di Roma e la sua crescita disordinata e irrispettosa dei luoghi. Ricordo lo scempio ai danni di Borgo San Lazzaro per realizzare un altro mostro a uso del Tribunale. Anche basta. Il no al consumo del suolo non ha senso se si costruisce a poche centinaia di metri dalle Mura Vaticane perché lì anche lo spazio verticale è prezioso, lo è il paesaggio millenario di Monte Mario che alla stessa stregua non va consumato.
L’Agenzia del Demanio sta realizzando un mega hub per gli archivi della Pubblica amministrazione, digitalizzandoli, un progetto che riusa e trasforma hangar militari abbandonati liberando le aree centrali. Se queste nuove cubature devono ospitare anche gli archivi del Tribunale il problema è risolto. Occorre precisare poi che Roma non è attrezzata – qualora i pasdaran del modernismo volessero realizzare edifici in altezza – per garantirne la sicurezza. In strutture simili un incendio si trasformerebbe in una strage, i VV.FF., il cui personale a Roma è drammaticamente carente, non hanno le attrezzature giuste.
La città deve modernizzarsi, certo, e lo sta facendo anche il Tribunale sempre meno frequentato, con processi telematici e camere di consiglio senza presenza delle parti. Ma se l’esigenza di maggiori spazi fosse reale, allora si abbia il coraggio di demolire e ricostruire razionalizzando, invece di peggiorare una situazione già precaria. Considerazioni non mie… È “la città dei 15 minuti” sbandierata dalla sinistra che parla. Prendiamoci il tempo giusto per fare, ma per fare bene e migliorare la qualità della vita e non per deturpare territorio pregiato”, è quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei Deputati Fabio Rampelli.