L’ubriacatura olimpica copre l’immanenza di un attacco militare micidiale che si prevede da parte di Israele, un’altra guerra in atto che ha smesso di dare notizie di sé, un dibattito politico che si riavvita sull’antifascismo prendendo riferimento stavolta le stragi di Bologna e dell’Italicus, la discussione sull’autonomia differenziata che arriverà a referendum, le Borse in forte crisi …
Ma affoga anche la contro informazione sul risvolto di queste stesse Olimpiadi. La rappresentativa del Belgio ritira squadra dopo il malore di una sua atleta, Claire Michel, per via della tossicità della Senna. Eppure domenica l’organizzazione olimpica ha praticamente costretto gli atleti del triathlon ad allenarsi assicurando la qualità delle acque.
Ma sarà ricordata probabilmente come una competizione olimpica piena di ori italiani. Nove! Tanto quanto gli azzurri fecero a Sydney nel Duemila. Altri sedici medaglie guadagnate dai nostri atleti: dieci argenti e sei bronzi. Quindi un’edizione da ricordare! Ma solo per Malagò e per coloro che dall’evento tornano a casa con riscontri positivi. L’evento in generale non ha avuto nulla di positivo, solo code di polemiche per le malversazioni arbitrali, per la discutibilità di alcune pugili, la difficile vivibilità del Villagio Olimpico i cui interni sono stati lasciati al caldo per l’ideologia contraria all’aria condizionata. E poi ci sono le altre ragioni ricordate.
Noi ce la ricorderemo sicuramente. E oltre i casi brevissimamente ricordati se ne aggiunge un altro che vede nuovamente la nostra compagine penalizzata. Qui la discussione sul chi vince e chi perde assume proprio i contorni di un giallo. La nostra Battocletti avendo fatto il quarto posto poteva contare sulla medaglia di bronzo essendo stata squalificata la kenyana Kypiegon. Solo che quest’ultima è stata incomprensibilmente riammessa, per cui la riabilitazione gli ridato l’argento che si riteneva avesse perso. Dalla Fidal, la federazione italiana di atletica, è stato annunciato il contro ricorso. Avremo uno sport lineare come l’atletica – i cinquemila – oggetto di disamine dei giureconsulti.
La domanda è chi governa questa edizione delle Olimpiadi? La riflessione invece è – nuovamente – proprio lo sport sul quale si investe la chimera di un mondo giusto, onesto, dove coi sacrifici si ottengono risultati e si arriva solo per merito, ha assorbito pienamente le contraddizioni della società civile assimilandosi totalmente ai pastrocchi di cui ci troviamo a notiziare ogni giorno. Le stesse dalle quali non riusciamo a sollevarci, non possiamo ringraziare quindi queste Olimpiadi!