Osserverà una politica di stretto rigore nella liberista America. Ci sarà casa per tutti. Ci saranno meno tasse… E viene da dire: “E chiù pilu pe’ tutti” prendendo a prestito la battuta di Antonio Albanese quando interpretava il leader demagogico Cetto Laqualunque pare sia improntato sullo stesso stile il programma economico a cui ha accennato Kamala Harris. Questo solo per dire che chi aveva accusato il suo rivale Donald Trump di demagogia e pressappochismo di prospettiva si accorge che al confronto con Kamala Harris l’ex presidente è un dilettante.
Kamala Harris prevede anche una stretta sul costo dei farmaci – E tutti sanno come nella liberista America i costi vivi per la cura della salute restino sempre un problema. Imporrà un calmiere nei prezzi sugli affitti degli immobili e frenerà anche la cessione di grandi quantità di immobili. Lancia un piano di edilizia pubblica (tipo le consolatorie campagna elettorali italiane degli anni Sessanta e Settanta). Calmiere sul costo al consumatore di generi alimentari. Annuncia anche una stretta su fusioni e cambi di proprietà nei grandi gruppi alimentari. Sì, il tutto negli Stati Uniti che idolatrano il libero mercato!
Il discorso dettagliato verrà svelato in NorthCarolina e risponde alla fatidica domanda sui primi cento giorni di governo, laddove fosse eletta. La domanda serve a consentire al candidato di esprimere la caratteristica principale del suo mandato, almeno nelle intenzioni: tra la miriade di questioni di cui si vorrà occupare quali argomenti vorrà affrontare prioritariamente per caratterizzare il suo governo.
Kamala Harris parla all’americano medio, circa cento milioni di persone cercando di coglierlo nelle sue paure assumendosi le speranze per una vera svolta democratica, quella mai effettivamente avvenuta nella Storia degli Stati Uniti.
E la domanda che va in automatico: “tutto bello, ma chi paga?” Kamala non nasconde che ai redditi fino a quattrocentomila dollari non toccherà alcunchè, ma a chi guadagna di più chiederà di “pagare la loro giusta parte”. In questo modo appare in piena revisione anche del pensiero del suo predecessore Joe Biden. In un comizio ha proprio detto: “l’America prospera quando i ceti medi prosperano”.
Non fa i conti con un serpente che da tre anni falcidia ogni economia occidentale: l’inflazione. Il tema è invece ben chiaro al capitalista Donald Trump che tra le sue parole chiave ha lanciato Affordable Again: “rendere di nuovo l’America accessibile”.
L’accusa di demagogia alla sua rivale va così in automatico. Il populismo progressista ha una versione ben conosciuta, dice sempre Trump, nel dittatore venezuelano Maduro.
In mezzo l’elettore diversamente lusingato e preso in ostaggio nelle astrattezze delle promesse su concretissime cose. Così vanno le cose, anche in America.