Oltre al disagio economico registrato nei comuni di Siniscola, San Teodoro e Torpè, trapela lo sdegno di molti cittadini di fronte al «silenzio istituzionale». A parlare è un imprenditore del settore ricettivo – Giuseppe Grecu – che rilascia un’intervista a Paeseroma.it, non lasciando più alcun dubbio sul suo sfogo
Il sigor Grecu è un operatore del settore turistico, proprietario di un B&B gestito da 18 anni a Siniscola.
Lei è rimasto senza acqua nella sua struttura in seguito alla crisi idrica Sarda di questi giorni. Come ha affrontato l’emergenza, pagando di tasca propria le autobotti da voi chiamate per gestire l’emergenza e come commenta l’intera vicenda?
«Credo di sì e penso sia opinione piuttosto diffusa. Le risorse idriche del comune di Siniscola non sono adeguatamente sfruttate a causa delle troppe perdite e dei ritardi e delle carenze nella manutenzione. Risorse che sono peraltro abbondanti, se si pensa che la sorgente di San Giuseppe, a due km dal paese, eroga acqua fino a San Teodoro. Anche la distribuzione di questo bene primario desta molte perplessità, fino alla rabbia, perché nel paese della propria acqua finisce per restarne troppo poca. A questo si aggiunge la gestione delle acque del lago Maccheronis, inasso artificiale nel vicino comune di Torpè. A causa degli infiniti lavori, anziché essere usata per usi umani o irrigui, molta parte dell’acqua che contiene viene gettata a mare. In un periodo di estrema siccità come quello che stiamo vivendo la cosa risulta inaccettabile.
È una questione complessa, ma sembra che l’accentramento e la relativa burocrazia si siano rivelati fallimentari. Sarebbe meglio tornare a una gestione della risorsa idrica da parte di comuni consorziati, senza dovere sottostare a decisioni cervellotiche e lungaggini di chi il problema lo conosce per sentito dire senza viverlo sulla propria pelle».
Tania Andreoli