Primo obiettivo abbassare le tasse arrivate a un punto di sopportazione massimo. Chiunque faccia politica a un certo livello lo sa perfettamente ma questo obiettivo non riesce ad andare mai oltre la petizione di principio. C’è sempre un debito pubblico che ci attanaglia e di cui dobbiamo abbassare il divario col prodotto interno lordo.
(È un tormentone! Tutti lo sanno. Ma non si dice mai abbastanza se non si opera conseguentemente).
Questo governo, come qualsiasi altro governo possibile in Italia, deve anche sostenere le imprese che impiegano nuovo personale. Quindi la deduzione per le imprese che assumono dovrà per forza essere confermata. Non c’è crescita, altrimenti.
E poco serve la consolazione per cui l’Italia cresce più di altri paesi se il punto di partenza è minimale, rispetto agli altri. Come dice la vecchia battuta, una volta toccato il fondo si può solo risalire. E la speranza di averlo toccato nel recente passato è forte ma rischia di tradursi in pia illusione se la manovra non guarda a incentivi per la nuova occupazione- oltre quelli già accennati.
L’argomento saliente è la sanità. Si intende finanziare il bonus psicologo. Ma altri implementi nell’erogazione di servizi non sono trapelati dalle prime indiscrezioni.
Sono veramente scarse le ricadute dirette per la crescita. Dopo le prime stime fatte attraverso gli strumenti a disposizione parlano di venticinque miliardi. Un po’ pochino. Ma è impossibile fare di più senza indebitarsi ulteriormente e senza toccare le tasche degli italiani.
Ma il nodo saliente sarà quello delle privatizzazioni. Tanti baracconi statali, parastatali, fornitori di posti di lavoro apparenti, dovranno essere venduti. Dovrebbe toccare a Mps, Fs, Enav ed Eni. Ma i tanto discussi porti faranno la loro parte nell’essere acquisiti totalmente dalla mano di singoli imprenditori. Difficile si riuscirà a privatizzare Poste. Le intenzioni di scendere al trentacinque per cento sono state ridimensionate al cinquantuno. Troppe resistenze o forse poca appetibilità del privato ad ad entrare. Non è per ora, quindi, questa piccola rivoluzione.
Incertezza su come gestire il futuro del sistema pensionistico. Secondo la Lega si dovrebbe arrivare a Quota 41. Frena Forza Italia che vuole alzare le minime. Tutte cose, tutta la partita della nuova finanziaria, che non saranno possibili senza tagli. E si deve capire dove e come.
Tutto il resto è letteratura.