C’era una volta lo slogan: “pagare meno pagare tutti”. La prima parte del distico si attenua per esaltare invece la seconda parte: “pagare tutti”. Ed è su questo concetto che ha fatto leva il ministro Giorgetti. L’età delle sviste o delle vacche grasse rese ancora più grasse con il convincimento potessero dare più latte è finita. Questo non è avvenuto nella Storia. Non avviene mai. Chi ha di più trattiene e contribuisce a determinare il divario tra le fette di società dei più ricchi – che in fondo non sono neanche troppo pochi – e chi invece vede perdere valore d’acquisto al reddito ricevuto dal proprio lavoro.
Una tendenza dell’economica occidentale verso cui le manovre dei governi nazionali ben poco possono, visto chi conta veramente nel mondo. Possono però, nel senso che possono contribuire a fare quanto spetta per cercare di impinguare le casse delle Stato evitando di far pagare ai molti della seconda categoria (coloro che vedono abbassare il valore d’acquisto dei propri stipendi) una parte meno pesante sul grande progetto di attenuazione del debito pubblico italiano.
Il fatto è però che sulla stretta annunciata non ci sono ancora dettagli. Ministeri e banche però cominciano ad essere preoccupati.
L’obiettivo degli obiettivi, si sa, non si dovrebbe ripetere ogni volta per non farla diventare l’inutile litania, consiste nel rimettere a posto i conti pubblici. “Ce lo chiede l’Europa” – altra litania.
C’è quindi bisogno che ciascuno faccia la propria parte. Cittadini abbienti, stipendiati, redditi fissi e partite iva, imprese grandi e fiorenti ma anche quelle sul margine del baratro … Ciascuno proteso presso il suo sforzo.
In un’intervista a Bloomberg, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si espone nel dare anticipazioni sul prossimo bilancio. Risultato: la Borsa scende dell’uno virgola cinque per cento. Peggio che nel resto d’Europa. Questa dell’irrazionalità dei mercati finanziari consiste in un capitolo costante tra i più odiosi delle cronache del capitalismo mondiale.
Doverosa quindi la rettifica di Giorgetti che tende a rassicurare un po’ tutti ed è qui che specifica come tutti dovranno concorrere per quanto possono e quando hanno. Non si tratterà di una nuova edizione della tassazione degli “extra profitti” reclamata da tutti i compañeros del paese collegato sul web e malpancista per condizione esistenziale.
Ma non si tratterrà minimamente anche del “taglio delle accise” sulla benzina chiesto da Giorgia Meloni ai tempi in cui contestava il governo in carica dai banchi dell’opposizione. Erano altri tempi. La politica in Italia, e un po’ dovunque, è così. In democrazia si grida si inveisce si rilancia ma quando ci si trova alle leve del comando si fa quel che farebbe un comunissimo ragioniere coi buoni sentimenti.
E la trentennale questione dell’eccesso di debito pubblico verrà gestita con una manovra sobria ma non drastica. Ma per non scontentare chi può, chi sa, che coi propri soldi potrebbe decidere di andarsene e lasciarci tutti in braghe di tela. Così va il mondo. Ops! Così va l’Italia.