La crisi della politica attraversata in questa fase storica in tutte le democrazie non risparmia niente e nessuno. In Francia e Germania abbiamo assistito a un declino del livello di confronto con le inevitabili evidenze critiche dei rispettivi premier.
Negli Stati Uniti si vuole cogliere l’argomento di cui più si discute ed oggettivamente è argomento di interesse nella società per piegarlo alle motivazioni della campagna elettorale presidenziale. Succede quindi che Kamala Harris accusato Trump di disinformare la gente sulle risorse federali disponibili e dirette ad aiutare coloro che sono stati danneggiati fortemente dall’uragano Helene. Un comportamento “straordinariamente irresponsabile”.
Del resto non c’è nulla di ordinario in questa campagna elettorale e il suo rivale, certo, non può essere da meno. Secondo Kamala Harris Trump ha asserito la mancanza di fondi in quanto usati dall’amministrazione Biden-Harris per i migranti. La versione di Harris però è che trattasi di due capitoli di spesa ben distinti.
Ma anche il candidato Donald Trump non poteva essere da meno. Già ci era andato giù pesante fino a toccare il comico involontario quando aveva parlato degli immigrati dal Messico dediti ad alimentarsi attraverso cani e gatti che riuscivano catturare. Sulla sortita è nata una canzone ironica molto in voga nei Social.
Ma l’accentuazione dell’argomento non si ferma con l’effetto boomerang costituito dalla burla mediatica costruita specificamente. Ora Trump accusa i migranti di importare in Usa cattivi geni. Nel corso di un’intervista alla radio l’ex presidente addita a Kamala Harris la responsabilità sul rischio di concedere l’ingresso a migliaia di assassini se la sua candidatura prevalesse.
Sempre Donald Trump dice esplicitamente che i migranti portano “geni cattivi”. E ancora: “molti di loro hanno ucciso più di una persona e oggi vivono pacificamente negli Stati Uniti”. E poi rincara: “Questi omicidi, sai, penso che sia nei loro geni”. Quindi la mazzata finale: “E abbiamo molti geni cattivi nel nostro paese in questo momento”.
L’argomento di per sé risibile denota una disperazione da campagna elettorale e la necessità di recuperare con qualsiasi mezzo e qualsiasi argomento. Non è nuova nella pratica del dibattito pubblico dove succede, in alcuni contesti, che chi riesce meglio a vellicare le paure le tensioni del cittadino medio riesca a trarne vantaggi in termini elettoralistici.
E al netto delle paure e delle questioni in cui la società è più attenta, ciascuno sfodera gli amici che può: Kamala Harris, Barack Obama; Donald Trump, Elon Musk. Chi più ne ha ne metta.