C’è poco da fare. È sempre The Donald a dare lavoro ai cronisti di tutto il mondo. E ben a ragione perché quel che dice ha sempre qualcosa di sensazionale anche se potrebbe non piacerci una volta verificato.
Finora però siamo sempre nel Trump di lotta, perché il vero atto di governo noi potremo apprezzarlo (cioè dargli un prezzo, una stima oggettiva, una valorizzazione reale) solo dopo averlo saggiato nei panni di presidente degli Stati Uniti. Finora siamo sempre nella letteratura. Ma leggerne ci piace e altrettanto congetturare, discutere, dividerci, supporre, perfettamente nello stile europeo – comportamento oramai superato nella versione epocale di come procede la Storia attualmente.
Ebbene, New York Times riporta ieri l’altro che Donald Trump si dice pronto per far uscire il suo paese dall’Accordo di Parigi. (Seguono subito la notizia l’agenzia Reuters e il Wall Street Journal, ma a ben guardare è una non-notizia perché aveva già dichiarato di farlo e lo aveva già fatto quando era stato presidente la volta precedente).
Faticosamente raggiunto dalle nazioni del mondo per arrivare a mitigare il riscaldamento del globo e tenerlo ai fatidici due gradi in più sull’aumento della temperatura media terrestre, con riferimento all’era pre industriale. Trump non è nuovo al disimpegnarsi da questo accordo. Lo aveva già fatto quando era presidente degli Stati Uniti la prima volta. Ora conta di farlo di nuovo. Biden era rientrato nell’accordo, lui vuole ri-uscirne.
Pare che il materiale cartaceo scritto sia già pronto per questo nuovo corso e per essere pronti appena si saranno insediati. Si sono così anticipati sul lavoro.
Detto così non aiuta davvero l’avvio della conferenza internazionale COP29 che ha inizio oggi a a Baku, Azerbaigian. Ha senso, si chiederanno i conferenzieri, discutere, parlare, pontificare, programmare, se il convitato più importante è pronto a fare le valige per andarsene?
Trump inquieta il dibattito anche per altre questioni, sempre legate alla compatibilità tra economia e ambiente. Vuole l’estensione di alcuni parchi naturali. L’obiettivo è rilanciare le attività estrattive. Vuole riattivare l’esportazione di gas naturale liquefatto verso alcuni paesi. Ce l’ha con la California che pretende di avere standard di riduzione delle emissioni più alti di quelli nazionali.
Durante la COP29 avranno quindi a che fare con questo convitato di pietra che come nel Don Giovanni di Mozart chiederà alle coscienze dei convitati di addivenire a più miti consigli. Ma il “pentiti!” stavolta sarà sostituito alla revisione su parametri e paletti da fissare per la crescita. E sarà musica per le orecchie dei cinesi a cui i limiti sono sempre andati stretti.
Ma come è sempre nel finale di queste storie c’è sempre una consolazione. Pare che tanti altri grandi non partecipino, anche perché un altro summit è previsto per il prossimo anno. E allora chi vivrà vedrà.