Ad Alserio (Como), nei giorni scorsi un piccolo giornale locale riportava la notizia del funerale di un giovane di 33 anni, uno dei tanti papà separati di quest’epoca storica che vede trionfare la prassi giudiziaria della c.d. Maternal Preference.
In 98 casi su 100, infatti, a, seguito della separazione casa coniugale e figli vengono affidati alle madri da giudici poco inclini ad approfondire le singole storie familiari e a studiare i fascicoli, disapplicando così del tutto il principio di Bigenitorialità che la legge prevede da quasi venti anni.
Ad Alserio, dicevamo, la cronaca molto scarna dell’unico quotidiano disposto a pubblicare la notizia ci racconta di una chiesa gremita per via della “morte improvvisa” – così vengono pietosamente definiti i suicidi – di un giovane papà separato di 33 anni, lo scorso giovedì 31 ottobre.
La sua morte ha sconvolto le comunità di Alserio, di cui era originaria la famiglia, e quella di Alzate, in cui l’uomo viveva da qualche tempo. Tuttavia, la folla di giovani, amici, conoscenti, famigliari e compaesani dell’uomo, che hanno condiviso il dolore della famiglia, ben conoscono le cause che hanno portato E. F. a compiere questo gesto così estremo.
Il giovane, infatti, era disperato perché non riusciva a vedere il figlio, ed è morto stringendo in mano la sua fotografia. Tutti, ad Alserio e ad Alzate sapevano delle sue difficoltà a fare il padre, e i suoi familiari hanno fatto di tutto per sostenerlo in una battaglia impari contro un sistema giudiziario – quello che ancora governa le separazioni – che favorisce le madri anche quando queste impediscono con i modi più abbietti di far frequentare i papà con i figli.
È il c.d. sistema della maternal preference, che miete ogni anno, solo in Italia, almeno 200 vittime maschili di suicidio tra i padri separati (il dato è sicuramente in difetto). Per questo motivo, da più parti si eleva la denuncia contro lo Stato Italiano di violazione dei diritti umani, comprovata dalle decine di condanne della Corte Europea dei Diritti Umani (CEDU) contro L’Italia in tema di frequentazione dei figli dopo la separazione.
LUVV è intervenuta sulla vicenda di Alserio per bocca di Giacomo Rotoli, membro del Direttivo, secondo il quale “non si può più tacere davanti l’ennesima morte di un padre separato vittima di discriminazione di genere. Le circostanze parlano di un uomo disperato che, come tutti i padri separati, aveva perso la sua casa e i suoi figli. Sono sempre di più i papà separati che ogni anno si suicidano – vedi le informazioni al link https://videoinformazioni.com/quasi-300-suicidi-di-padri-separati-nel-2023-laltra-faccia-del-patriarcato/ – e tutto avviene nel silenzio più assordante delle istituzioni, in nome della sacrificabilità del genere maschile. È ora di dire basta a questi delitti di stato, frutto di un sistema che istiga la malvagità del genitore affidatario, che rimane impunito, e soprattutto istiga al suicidio troppi bravi papà”.
Strazianti e molto eliquenti le parole della sorella del giovane: “… mio fratello ha un cuore grande e leggero, che vuole volare come un palloncino, ma quando un palloncino incontra un cactus non può più volare”.