CIÒ CHE DOBBIAMO SAPERE DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
PER NON SUBIRNE L’EFFETTO, MA COLLABORARE CON ESSA
Avete già dovuto fare i conti con le conseguenze dell’uso dell’intelligenza artificiale? Che emozioni vi fa provare: sicurezza o terrore? Sapreste in grado di distinguere un testo scritto da una persona da quello prodotto dall’intelligenza artificiale?
Le risposte a tutte queste domande, ovviamente, dipendono solo dalle esperienze che ognuno di noi ha avuto.
La Sallemi Group che da anni si occupa delle questioni di cybersecurity e dell’intelligenza artificiale, ha voluto chiedere degli eventuali futuri sviluppi dell’IA… all’inteligebzz artificiale stessa! Proponiamo alla vostra attenzione le sue risposte ai problemi più toccanti della nostra contemporaneità.
Alla domanda sull’autodefinizione, l’IA ha reagito in questo modo. Ha affermato che l’intelligenza artificiale non è nient’altro che un meccanismo di creazione di algoritmi che permettono l’immediata analisi ed elaborazione di qualsiasi tipo di dati (apprendimento) per poi, grazie alle capacità di sinapsi, utilizzare questi dati (applicazione). In altre parole, si tratta di un sistema che impara nei tempi record e prende le decisioni in base a quanto ha appreso. In teoria, l’IA potrebbe proporre al mondo la propria geniale soluzione su come passare dalla guerra alla pace, su quali leggi applicare, su come gestire persone e beni al livello mondiale. Ma, dal punto di vista pratico, tutto dipenderebbe dagli esseri umani ai quali il sistema si metterebbe ad apprendere le basi della decision-making. Se le basi che impara il sistema saranno prive di etica, non sarà una visione apocalittica, bensì realistica ipotizzare un mondo senza più morale.
Da chi prende esempio l’intelligenza artificiale, oggi? Da ogni utente che vuole sperimentarla. Il mondo è in pericolo.Gli esseri umani che hanno un obiettivo comune e privo di etica possono unire i loro sforzi e i loro meccanismi dell’IA.
Del resto, quanto ce ne ha avvertiti l’arte, soprattutto, il cinema? Nel film ‘Megan” (USA, 2023) una bambola robot pensata solo ad aiutare la bambina a fare i compiti, apprende che deve proteggere quella bambina e lo fa eliminando ogni possibile pericolo diventando così una bambola assassina. Nel film “Creator” (già uscito in sala in Italia) si raccontano le guerre fra gli umani che hanno rinunciato all’IA e gli esseri che, usando l’intelligenza artificiale, sono stati trasformati da essa. Ma è davvero così tanto pericoloso usare l’IA?
Sì, perché uno dei rischi è la disoccupazione e una distribuzione ancora meno equa dei beni. L’intelligenza artificiale oggi permette di arricchirsi senza alcuno sforzo, usando solo i meccanismi della previsione automatica delle fondamentali oscillazioni dei titoli in borsa. Chi non gestisce queste risorse, non può non solo arricchirsi, ma non ha più ragione d’essere. Tutto ciò che, una volta, riusciva a fare l’essere umano, sparisce. L’umano viene completamente sostituito dalla macchina che diventa un tuttofare. È in estinzione il concetto del lavoro, ma, di conseguenza, anche quello del guadagno. Un’esistenza che può essere privata anche dello stretto necessario se l’essere umano non si piega a un unico compito che resta: quello di programmare le macchine dotate di IA e di provvedere per la loro manutenzione.
Una soluzione proposta dalla stessa macchina dotata di IA sarebbe, invece, ripensare universalmente il concetto di lavoro e di creazione e distribuzione dei beni. Su cosa si potrebbe concentrare la collettività per il bene comune se non si deve più sfamare in quanto ci pensa l’intelligenza artificiale? Si potrebbe dedicare ai compiti che richiedono più creatività e flessibilità affidando alla macchina soltanto i compiti ripetitivi.
L’intelligenza artificiale ha sostenuto che potrebbe maggiormente aiutare nella prevenzione degli attacchi cibernetici e attacchi alle infrastrutture sensibili quali sistemi energetici. Potrebbe, quindi, essere da subito impiegata nei luoghi di guerra quali Ucraina, Israele e tutto il Medio Oriente, per proteggere i sistemi di rifornimento di gas, elettricità ed acqua. Le società che elaborano l’IA dovrebbero collaborare in questo senso con i governi dei paesi coinvolti, – suggerisce l’IA. Non solo. L’intelletto artificiale potrebbe dare una grossa mano all’umanità anche nella soluzione del problema dei diritti d’autore che attualmente provoca scioperi globali. A condizione, però, che i governi dei paesi di tutto il mondo si accordino sull’approvazione ed applicazione delle potenti leggi inerenti al diritto d’autore. Fin quando ciò non sarà fatto universalmente, ci saranno gravi disagi, squilibri ed esempi di mancanza di equità.
L’etica, in fondo, è l’unica cosa che distingue un essere umano da uno strumento privo di psiche e di sfera emotiva. Distingue anche una persona degna di questo nome da un terrorista. I problemi dell’uso dell’intelligenza artificiale restano, per ora, irrisolti, ma attendono un’urgente soluzione. Da parte degli esseri umani, coscienti e responsabili del proprio futuro.
In foto: il quadro “Intelligenza artificiale” di Antonio Servillo alla manifestazione “Cento pittori di via Margutta”, novembre 2024
Olga Matsyna