Beirut – Nella giornata di oggi mercoledì 27 novembre, è finalmente entrata in vigore una tregua tra Israele e il gruppo armato libanese Hezbollah, mediata da Stati Uniti e Francia. L’accordo rappresenta un raro risultato diplomatico in una regione da oltre un anno devastata da due guerre e numerosi conflitti per procura.
L’intesa ha posto fine allo scontro più letale tra Israele e il gruppo militante sostenuto dall’Iran negli ultimi anni, mentre Israele continua a combattere il suo nemico storico – Hamas – nella striscia di Gaza.
L’esercito libanese, incaricato di garantire la durata del cessate il fuoco, si sta preparando a dispiegarsi nel sud del paese, un’area pesantemente bombardata da Israele durante gli scontri , oltre che nelle città orientali, nei villaggi e nella roccaforte di Hezbollah nei sobborghi meridionali di Beirut.
Nella città portuale di Tiro, pesantemente bombardata , lunghe file di automobili e furgoni carichi di materassi, valigie e mobili si dirigevano verso sud. Il conflitto, che nelle ultime settimane era cresciuto in intensità, aveva costretto centinaia di migliaia di libanesi ad abbandonare le proprie abitazioni.
Tuttavia, l’esercito israeliano ha avvertito che le sue forze si trovano ancora in territorio libanese e ha esortato i residenti dei villaggi del sud a non rientrare finchè non sarà dato un ulteriore via libera. Le truppe israeliane, infatti, si sono spinte fino a sei chilometri all’interno del Libano durante le incursioni terrestri iniziate a settembre.
Israele ha affermato di avere identificato operativi di Hezbollah che tentavano di riavvicinarsi al confine e ha aperto il fuoco per respingerli; nonostante l’incidente, non ci sono segnali immediati che il cessate il fuoco sia a rischio.
L’accordo, che punta a porre fine a un conflitto lungo il confine israelo-libanese che ha causato migliaia di morti dall’inizio della guerra di Gaza lo scorso anno, rappresenta un’importante vittoria diplomatica per l’amministrazione presidenziale statunitense, ormai agli sgoccioli del suo mandato.
Il presidente Biden ha annunciato l’accordo ieri dalla Casa Bianca, poco dopo che il Consiglio di Sicurezza israeliano lo aveva approvato con dieci voti favorevoli e uno contrario.
“Questa tregua è pensate per essere una cessazione permanente delle ostilità“, ha dichiarato Biden. Ha inoltre sottolineato che Israele si ritirerà gradualmente dal Libano nell’arco dei sessanta giorni, lasciando che l’esercito libanese prenda il controllo delle aree vicine al confine per impedire a Hezbollah di ricostruire le proprie infrastrutture militari.
In Libano, molti civili attendono il segnale dell’esercito per tornare nei propri villaggi, molti dei quali ridotti in macerie.
Mentre la diplomazia si concentra ora sulla devastata Striscia di Gaza, Israele ha ribadito il suo obiettivo militare: annientare Hamas, responsabile degli attacchi del 7/X. Tuttavia, senza un accordo simile a quello raggiunto in Libano, molti abitanti di Gaza si sentono abbandonati.
L’accordo è stato accolto positivamente da paesi come Egitto e Qatar, che avevano già tentato invano di mediare una tregua a Gaza. Anche l’Iran – sostenitore di Hezbollah e Hamas – ha approvato il cessate il fuoco.
Intanto, Israele ha ribadito il suo diritto a reagire con forza a eventuali violazioni della tregua. Il premier Benjamin Netanyahu ha sottolineato che il conflitto con Hezbollah ha rappresentato un’occasione per isolare Hamas e riorganizzare le forze.
“Abbiamo colpito Hezbollah riportandolo indietro di decenni. Abbiamo eliminato Nasrallah e gran parte della leadership dell’organizzazione, distruggendo i loro arsenali di razzi e missili“, ha affermato Netanyahu.
La tregua offre ora una fragile opportunità per ridurre le tensioni al confine settentrionale di Israele, mentre la Striscia di Gaza resta il fulcro di una crisi umanitaria e militare ancora da risolvere.
F. B.