Finalmente è fuori BOXE, l’album d’esordio di Giargo, artista foggiano di base a Bologna da diversi anni. Un’occasione per immergersi nei ritmi tropicali che si sposano perfettamente con la scrittura dei testi in italiano. Il tutto ci accompagna dolcemente in un contesto estivo, al caldo di un tramonto di inizio luglio, in un chiosco sul mare. In effetti BOXE, prima di essere un prodotto discografico, è da considerarsi come una vera e propria attitudine musicale, la stessa che, oltre la scrittura, caratterizza l’artista durante le live sessions.
Un’altra caratteristica di questo particolare album, è che non affonda in uno specifico genere, ma cerca piuttosto di intercettare pulsioni e attitudini sonore dei musicisti che lo hanno suonato ed arrangiato, per poi restituirle all’ascoltatore, accompagnandolo dolcemente negli scenari di cui sopra.
L’album è stato pubblicato oggi, 29 novembre, sia sui digital store che in vinile, oggetto sacro per un ascolto di qualità, pensato e assemblato in un perfetto equilibrio tra lato A e lato B, che appaiono come la rappresentazione delle due fasi di un viaggio fisico e introspettivo, nonché due facce dello stesso progetto.
A canzoni d’amore felici e malinconiche si alternano canzoni fatte di svogliatezza, passeggiate lente e dinoccolate per i quartieri popolari, profumi e fritti misti liguri, sabato sera al sud e lungomari di freaks in topless baciate da tramonti postmoderni. A guidare questo incontro di BOXE, un arbitro vestito di bossa nova e carnevale, che alle volte pare sventolare il fazzoletto italo-funk di Battisti, altre invece suona assoli di sax jazz o di chitarra acidula e pop.
BOXE dura una mezz’ora circa, il tempo di un fugace ma intenso primo incontro. Di quelli capitati per caso ma che si ha voglia di replicare ripetutamente.
Lato A del disco
Elemento preponderante del lato A del disco sono influenze Latin e Funk-Jazz, che si evidenziano nei ritmi sostenuti ma al contempo rilassati e melodici, accompagnati da testi poetici interpretati con un cantato dal tono volutamente svogliato e senza particolari velleità virtuosistiche: il fine ultimo è raggiungere una forma di godimento e benessere sia per chi si trova a suonare e cantare i vari brani, sia per chi sceglie di ascoltarli. Questa è la filosofia che accomuna chi ha lavorato alle varie fasi di realizzazione dell’album.
È proprio Boxe, la traccia da cui prende il nome il disco, a restituire un’impronta dalle sonorità morbidamente incalzanti, che strizzano l’occhio a un italo-funk di battistiana memoria. Il chiacchiericcio autoreferenziale e vuoto, su un arrangiamento minimale che arriva come fosse un eco lontano, è invece il tappeto perfetto che fa pulsare il pezzo.
All’ ondata di parole di cui si viene inondati ogni sabato sera, il disco risponde con un elusivo e beffardo Buonasyra, a suon di flauti bossa nova ed onomatopee di scherno (“pap-pe-ro”).
E allora, meglio preferire una scampagnata in una Liguria abbandonata, quella che si intravede dal versante litoraneo che affaccia sulla dismessa Piaggio (pezzo che apre l’album), dal profumo di un Basilico carioca, celebrato dall’unione di fiati e voci ad elevare potente eco, quello del ritorno alle cose semplici. Quelle stesse cose semplici con cui è cresciuta una specifica generazione che ha fatto della “noia” una pulsione creativa, l’ultima generazione che non avrebbe voluto “mai più crescere”.
Proprio Crescere, con la sua matrice di stampo mediterranean-jazz/brazilian-funk, è il brano che più degli altri mette insieme le inclinazioni e i riferimenti musicali di ciascun componente dei Baia Zaiana, gruppo di sei elementi che ha prodotto e arrangiato Boxe.
Lato B del disco
Nel lato B si cede il passo a sonorità dagli echi mistici, malinconici e vagheggianti.
Malinconij e Miracolo, i brani più fusion del disco dove dettato il tempo sonorità groovy-smooth tipiche del Jazz-Funk anni ’70 e una rivisitazione tutta mediterranea del partido-alto brasiliano.
Il viaggio di Giargo e Baia Zaiana volge al termine nella città di Napoli, dove il disco è stato parzialmente registrato e ultimato nel missaggio e nella masterizzazione allo studio Arte dei Rumori. Napoli, per un progetto musicale nato a Bologna nel solco indelebile lasciato dai cantautori felsinei, rappresenta la tappa necessaria per riuscire a comprendere ed esaltare quella complessa leggerezza musicale tipicamente italiana, che tutto il mondo ci invidia.
La leggerezza è alla base di tutto l’album, che mai scade in superficialità.
E proprio sul lungomare partenopeo, ai piedi del Vesuvio, è ambientato il Proemio pianistico, le cui note arrivano fino a Piazza Dante, cui è dedicata l’ennesima scanzonata ballata latineggiante, in cui Giargo racconta la fugace avventura amorosa di un weekend: nei vicoli dei Quartieri Spagnoli ancora riecheggia quel solo di sax.
L’album si chiude affondando in un morbido Materassi. Luogo fisico e dell’anima, dove il sogno è iniziato, poggiati sul pavimento del cantautore foggiano. Come piume morbide sono le sovrapposizioni armoniche di due chitarre classiche che invitano, come in una dolce serenata, a lasciarsi tutto alle spalle e a godersi un po’ di sana intimità, tra pagine di libri e copertine di vinili ingiallite da tempi migliori.
In conclusione possiamo dire che BOXE é una ventata di tropicalismo, jazz, funky, canzone italiana e attitudine mediterranea, una vera e propria testimonianza che il meridione è un elemento ancestrale in ognuno di noi.
Giargo
Giargo è il progetto musicale di Giorgio Michele Longo, foggiano classe ´98, naturalizzato bolognese da otto anni, e i Baia Zaiana, band con cui arrangia e riarrangia i suoi brani e che lo accompagna nella formazione live.
Le sonorità proposte richiamano dimensioni e sfumature che ondeggiano tra il jazz latino e il funky brasiliano reinterpretati in chiave dialettale, mutuati dai maestri Valle, Azymuth, Deodato, Lincoln Olivetti, Djavan.; ritmi sostenuti e carichi di groove ma al contempo rilassati e melodici, spesso accompagnati da testi poetici interpretati con toni colloquiali e svogliati, con volute allusioni stilistiche ai grandi cantautori della canzone italiana (per citarne alcuni: Conte, Caputo, Concato, Neffa, Califano, Enzo Jannacci, Battisti, Daniele, De Crescenzo, Dalla).
Nei riflessivi e scanzonati incastri semantici dei testi, spesso scanditi dal dialetto foggiano, non vi è ricerca di particolari virtuosismi canori, ma solo di una distesa e rilassata fruizione musicale per l’ascoltatore, protesa alla sua immersione in scenari tanto immaginifici quanto reali.
Il talento cantautorale e interpretativo di Giargo, potenziato dai Baia Zaiana ha fatto sí che il progetto, che fino ad ora si è mosso del tutto indipendente, abbia giá raccolto diversi riconoscimenti: Miglior Band Emergente al We Make Future Contest 2024; Miglior Performance Live al Fonoprint Bologna Musica d’Autore; Miglior Live a Special Stage 2023 con il premio NUOVO IMAIE per la realizzazione di un tour di concerti), nel 2023 è tra i 100 nomi dell’anno della musica italiana secondo Rockit.
Nel 2023 esce la sua prima raccolta di inediti, l’ep Amure. Nel mentre inizia a lavorare a nuova musica, insieme a Federico Franciosi, partendo da pezzi voce e chitarra che in un secondo momento vengono riarrangiati insieme ai Baia Zaiana dando vita a BOXE.