IL popolo siriano sta vivendo nuovamente una fase tragica i cui effetti sono il riverbero dei conflitti già in essere. Lo abbiamo detto in precedenti riflessioni per cui la condizione generale è quella della guerra che chiama guerra.
Ma la dimensione più imbarazzante consiste nell’imbarazzo dei nostri primi rappresentanti della cosa pubblica che offrono dichiarazioni compassate o general generiche preoccupazioni. La situazione è invece grave. Gravissima. Rischia di replicare nel nostro schematismo compassionevole gli stessi errori fatti nel passato nel prendere posizione sui fatti di politica militare medio orientale o sul non prendere affatto posizione limitandosi a una chiacchiera pietistica.
Il problema consiste nell’orizzonte etico politico nel nostro paese in cui le posizioni politiche vengono maturate come i tifosi da stadio – per cui si è della Roma o della Lazio. Non deve infatti trarre in inganno il fatto che il governo in carica della Siria sia sostenuto dalla Russia e dagli Hezbollah, così conseguentemente dall’Iran.
Il regime di Assad di sicuro non ci piace ma quel che sta avvenendo è di configurazione assai peggiore. Si tratta di irriducibili dell’islamismo più radicale, di reduci o sostenitori dell’Isis o di Al Qaeda: tutti incandescenti sostenitori ad oltranza dello Stato Islamico.
IL problema è che in questi conflitti tra bande armate a pagare il prezzo della vita sono le popolazioni che restano in mezzo. Ma c’è anche l’ignavia del mondo circostanza che ha sempre ben altra convenienza e intravede chissà quale prospettiva nel sostenere il nulla restando nella posizione di compassato imbarazzo e umanistica apprensione. Sentimenti giusti, condivisibili, ma inutili in queste controversie.
La Siria pagò un prezzo fin troppo alto nel suo percorso recente. Quelli che sono sul punto di arrivare a Damasco e che hanno già preso Aleppo rappresentano il seme più irriducibile per il quale sarà impossibile una convivenza pacifica. Dieci anni fa ci fu già una lotta molto forte in cui furono i curdi a sostenere i valori della parziale libertà e a pagare il prezzo più alto. Ci fu uno spargimento di sangue in cui sono sempre le donne a pagare il prezzo più alto anche per le conseguenze ambientali del dopo conflitto.
Ci aspettiamo qualche parola più risoluta anche da parte del Papa. Quantomeno per la strage nei confronti della comunità cristiana passata da due milioni a mezzo milione di fedeli. Eppure stiamo parlando di un’area fortemente interessata alla tradizione logistica del cristianesimo!
Con la presidenza del G7 l’Italia potrebbe farsi protagonista di un’iniziativa in grado di far pronunciare almeno i paesi d’Europa cogliendo l’occasione per determinare un nuovo protagonismo internazionale. Ma la miopia degli esserini schiavi della logica statunitense vede la Russia solo come nemico. Ed il fatto di sostenere Assad rende imbarazzante qualsiasi posizione di giustizia. Si tratta dello stesso errore che si ripete sempre: il nemico del mio nemico è un mio quasi amico. Ma nel mondo liberale sempre sbandierato dai proclami ufficiali le logiche dovrebbero essere ben diverse. Ma anche da noi il pensiero liberal democratico fa fatica a prevalere, quantomeno la sua logica svincolante da appartenenze indotte. Abbiamo dei politici che debbono crescere! Ed è oramai troppo tardi per rimandarli a scuola.