ROMA – “Come collocare – dichiara Elisabetta Parise, di Formiche Giovani -, stando ai dati Istat del 2011, i circa 30.000 laureati in medicina, i 15.000 architetti, i 39.000 laureati in politico-sociale e i 14.000 in insegnamento che, ogni anno, escono dalle università italiane? Non appare esserci – sottolinea – nessuna correlazione tra la domanda e l’offerta. Le parole sbagliate pesano e non permettono, a chi ascolta, di andare oltre all’espressione scorretta. E’ stato così per i “bamboccioni”, per gli “ingrati” e, ora, per i “choosy”. Ogni lavoro è degno di rispetto e dovrebbe essere svolto con le competenze e la preparazione universitaria idonea, senza essere costretti, per le necessita più disparate, ad accettare qualsiasi offerta. Ma un indirizzamento dei giovani alle professioni più richieste – conclude la Parise – sarebbe quantomeno auspicabile”.