UNA COLLABORAZIONE ARTISTICA DECENNALE
ll corpo è misura antica del mondo. Lo è stato per gli architetti del Rinascimento, che nelle proporzioni umane trovarono il canone perfetto, e continua ad esserlo nel progetto fotografico “Quando il mio corpo possiede un luogo”, un lavoro – nato dalla collaborazione tra Germana Galdi e Pino Alberto Sturniolo- che racconta un pezzo di un viaggio che è insieme artistico e personale. Un percorso decennale dove questa misurazione diventa anche atto performativo, una danza perfetta: l’energia di Germana Galdi, ex ginnasta, che plasma il corpo come fosse argilla, si fonde con la precisione tecnica di Pino Alberto Sturniolo, capace di trasformare un’intuizione in immagine. Insieme, inventano un linguaggio dove un dettaglio può contenere un universo.
LUOGO E CORPO: UN’ALCHIMIA PROFONDA
Questa mostra, la terza di un percorso espositivo che ho avuto il privilegio di curare nella mia galleria, rappresenta una tappa significativa nella traiettoria artistica di Germana Galdi. Un percorso che rivela una creatività poliedrica, capace di spaziare dalla scrittura alla fotografia, dalla grafica alla moda, fino al disegno. Ma è nella ricerca sul corpo che il linguaggio di Germana trova la sua espressione più compiuta: qui il corpo femminile si fa strumento di conoscenza spaziale. Non è più solo soggetto fotografico, ma anima che esplora, misura, reinterpreta gli spazi del quotidiano. Una sedia, un angolo, una scala, un elemento architettonico: tutto si trasforma attraverso il dialogo con la forma umana.
In questo contesto, l’importanza del luogo si manifesta in modo profondo sia per Germana Galdi che per Pino Alberto Sturniolo, il quale traduce attraverso il suo obiettivo le visioni dell’artista. Luogo e corpo si incontrano in un’alchimia profonda. È fondamentale parlare dello spazio fisico in cui avviene lo scatto, poiché questo diventa parte integrante del loro legame artistico, un gioco che li accompagna sia nella vita che nel lavoro. L’ambiente in cui si muovono non è solo un contenitore, ma un partner attivo nella loro esplorazione creativa.
L’IMMAGINE DELCORPO UNIVERSALE
L’immagine della locandina che accoglie il visitatore – un corpo che si piega su una poltrona in un equilibrio scultoreo – esprime l’essenza di questa indagine. Il corpo, il più delle volte privato del volto, diventa universale: non racconta più una storia individuale ma è tutte le donne, si fa archetipo, simbolo in cui ogni donna può trovare una parte di sé.
La scelta di Germana di presentarsi nella sua più cruda autenticità, senza mediazioni estetiche o digitali, non è statement contro l’artificiosità contemporanea, ma necessità intrinseca al progetto. Solo un corpo vero può dire una verità sullo spazio. Gli artisti stanno facendo una provocazione, la bellezza sta nell’autenticità e nella verità. In questa ricerca, la scelta di non ricorrere all’autoscatto ma di affidare la realizzazione tecnica a Pino Alberto Sturniolo rivela un’ulteriore sfaccettatura concettuale: è un “selfie mediato”, dove l’occhio esterno diventa strumento tecnico al servizio di una visione già completamente formata. “È il mio medium, il mio prolungamento”, afferma Germana Galdi, sottolineando come questa “delega” dello scatto non sia una rinuncia al controllo autoriale ma, al contrario, un’estensione del proprio sguardo attraverso l’obiettivo altrui.
UN NUOVO VOCABOLARIO DELLO SPAZIO
Il connubio è interessante e costruisce, scatto dopo scatto, un nuovo vocabolario della loro relazione con l’ambiente, dove il corpo non è più ospite passivo degli spazi ma interlocutore attivo, interprete e traduttore. Una mostra che racconta le loro emozioni attraverso muscoli, ossa e pelle, dove ogni posa è una parola e ogni sequenza una narrazione sulla natura stessa del luogo.
Paola Valori
QUANDO IL MIO CORPO POSSIEDE UN LUOGO
un progetto fotografico di Germana Galdi e Pino Alberto Sturniolo
a cura di Paola Valori
Roma, dal 7 al 14 dicembre 2014
Micro Arti Visive – Viale Mazzini 1 Roma info: +39347 0900625