Anno 2742. Le torreggianti torri cromate di Neo-Babilonia si ergono come scheletri di metallo contro un cielo lattiginoso, soffocato da un’atmosfera irrespirabile.
L’evoluzione, o meglio, la sua perversa accelerazione, ha plasmato l’umanità in una miriade di forme aberranti. Non si tratta più della graduale selezione naturale di Darwin, ma di un’evoluzione guidata, manipolata, forse addirittura progettata. L’ombra degli Anunnaki, gli antichi dèi-ingegneri genetici, si allunga su questa nuova realtà.
Generazioni di esperimenti genetici, iniziati secoli fa con l’intento di creare una razza umana superiore, hanno portato a un risultato mostruoso. Gli umani “puri” sono una rarità, relegati ai margini della società, considerati una specie in via di estinzione. Le nuove forme di vita, invece, sono un caleidoscopio di orrori e meraviglie: umani con ali di pipistrello che pattugliano i cieli, creature serpentine che si insinuano nelle fogne, uomini-insetto che lavorano nelle fabbriche sotterranee. Ogni nuova generazione è un salto quantico nell’abisso, una deformazione della natura umana.
La società è gerarchica, divisa in caste determinate dalla propria costituzione genetica. In cima si trovano gli “Eletti”, una casta di esseri quasi divini, frutto delle più raffinate manipolazioni genetiche, che governano con pugno di ferro. Al gradino più basso, invece, ci sono i “Difettosi”, individui con mutazioni genetiche considerate “svantaggiose”, relegati a vite di sofferenza e sfruttamento. La lotta per la sopravvivenza non è più una battaglia contro l’ambiente, ma una guerra intestina tra le diverse specie create dall’intervento degli Anunnaki.
Ma un barlume di speranza persiste. Un piccolo gruppo di ribelli, gli “Umani”, si batte per riportare l’umanità alla sua forma originaria, per liberarsi dal giogo degli Eletti e dalle conseguenze delle antiche manipolazioni genetiche. La loro lotta è disperata, la loro speranza tenue, ma la loro determinazione è alimentata dalla memoria di un passato che si rifiutano di perdere. La domanda è: riusciranno a spezzare le catene dell’eredità degli Anunnaki e a riconquistare l’umanità perduta? O la distopia darwiniana continuerà a prosperare, un monito inquietante sul pericolo di giocare a Dio?
La risposta degli Eletti alla ribellione degli “Umani” fu brutale ed efficiente. Le torri di Neo-Babilonia, oltre ad essere simboli di potere, fungevano da enormi centri di sorveglianza e controllo genetico. Ogni individuo era monitorato, ogni mutazione tracciata, ogni tentativo di ribellione represso con una ferocia inaudita. I “Difettosi”, in questo macabro scenario, venivano spesso utilizzati come cavie per nuovi esperimenti genetici, nel tentativo di creare armi biologiche o sopprimere le rivolte.
Elara, una giovane donna “Umana” con un dono per la genetica clandestina, si trovò al centro della resistenza. Aveva scoperto un antico manufatto Anunnaki, un database contenente i codici genetici originali dell’umanità, prima delle interferenze divine. Questo archivio, custodito gelosamente per secoli, offriva la possibilità di invertire il processo di degenerazione genetica, ma era anche un bersaglio ambitissimo per gli Eletti.
La fuga di Elara attraverso il labirinto di Neo-Babilonia divenne una corsa contro il tempo. Inseguita dai “Cacciatori”, esseri geneticamente modificati con riflessi fulminei e una sete di sangue insaziabile, Elara dovette affidarsi all’aiuto di alleati inaspettati: membri di caste inferiori, stanchi dello sfruttamento e desiderosi di un futuro migliore. Un uomo-insetto, dotato di una straordinaria capacità di infiltrazione, e una donna-serpente, con un acume intellettuale fuori dal comune, si unirono a lei nella lotta.
L’alleanza improbabile si dimostrò una forza potente. La conoscenza di Elara, l’agilità dell’uomo-insetto e l’astuzia della donna-serpente permisero loro di sfuggire più volte alle grinfie dei Cacciatori. Ma la strada era lunga e pericolosa, costellata di tradimenti, sacrifici e decisioni moralmente ambigue. Elara si confrontò con dilemmi strazianti, dovendo scegliere tra la sopravvivenza del gruppo e la sua stessa coscienza. La domanda, tuttavia, restava la stessa: l’umanità, nel suo stato originale, era davvero migliore di queste nuove, aberranti forme di vita? O l’intervento degli Anunnaki aveva, in qualche modo contorto, migliorato la specie?
La lotta per la sopravvivenza e la ricerca della vera umanità continuavano, un’epica battaglia per il futuro dell’evoluzione, in un mondo plasmato dall’ambizione divina e dalle conseguenze catastrofiche della manipolazione genetica. La speranza rimaneva fragile, ma bruciava con la forza di mille soli morenti.
La fuga di Elara, dell’uomo-insetto, Krill, e della donna-serpente, Sssylla, li condusse attraverso i livelli inferiori di Neo-Babilonia, un dedalo di fogne, cunicoli e laboratori abbandonati. Lì, tra le ombre e il degrado, scoprirono una verità sconcertante: gli Eletti non erano onnipotenti. I loro esperimenti genetici, pur impressionanti, presentavano falle, punti deboli che potevano essere sfruttati.
Krill, con le sue capacità infiltrative, riuscì ad accedere ai server centrali degli Eletti, scoprendo prove di un’imminente “purificazione” genetica: un piano per eliminare completamente gli “Umani” imperfetti, sostituendoli con una nuova razza geneticamente superiore. Questa scoperta rese la loro missione ancora più urgente. Non si trattava più solo di sopravvivere, ma di salvare l’umanità stessa, anche se in una forma alterata e imperfetta.
Sssylla, con la sua intelligenza, elaborò un piano audace: infiltrarsi nel cuore di Neo-Babilonia, raggiungere il laboratorio principale e sabotare il progetto di purificazione genetica. Il piano era estremamente rischioso, ma rappresentava la loro unica speranza.
Durante l’infiltrazione, Elara scoprì un’altra verità agghiacciante: gli Eletti non erano solo manipolatori genetici, ma anche sfruttatori delle risorse del pianeta. I loro esperimenti avevano devastato l’ambiente, trasformando ampie zone in deserti tossici. Questo aggiunse un nuovo livello di urgenza alla loro lotta: non solo salvare l’umanità, ma anche riparare il danno ambientale causato dagli dei caduti.
L’assalto finale al laboratorio principale fu una battaglia epica. Krill distrasse le guardie, Sssylla neutralizzò i sistemi di sicurezza, mentre Elara, utilizzando le sue conoscenze genetiche, sabotò il progetto di purificazione, rilasciando un virus informatico che cancellò i dati e distrusse le macchine.
La vittoria fu amara. Molti alleati caddero nella battaglia. Ma la minaccia immediata era stata scongiurata. Neo-Babilonia era stata scossa alle fondamenta. La lotta per la sopravvivenza e la ricostruzione del mondo sarebbe stata lunga e difficile, ma l’umanità, anche nella sua forma imperfetta, aveva riconquistato una speranza, un futuro incerto, ma possibile. Il destino degli “Umani” e del pianeta era ancora appeso a un filo, ma per la prima volta, sentivano di poter lottare per il proprio futuro. La vera lotta era appena iniziata.