L’avvocato Arturo Salerni, legale di parte civile della ONG Open Arms, è intervenuto durante la trasmissione 5 Notizie condotta da Gianluca Fabi su Radio Cusano Campus per commentare l’assoluzione di Matteo Salvini, allora Ministro dell’Interno, nel processo Open Arms. Salvini è stato assolto con la formula “il fatto non sussiste”. Salerni ha sottolineato l’importanza di attendere le motivazioni della sentenza prima di decidere se fare ricorso in appello.
“Bisogna vedere le motivazioni e noi, come immagino anche la Procura della Repubblica di Palermo, attenderemo le motivazioni per verificare la possibilità di fare appello” ha dichiarato Salerni. “La formula ‘il fatto non sussiste’ non ci spiega l’iter motivazionale che può aver seguito il Tribunale. ‘Il fatto non sussiste’ non significa che non sono esistiti quegli episodi: significa che, come essi sono descritti nel capo di imputazione, non corrispondono alla realtà, diciamo sostanzialmente.”
L’avvocato ha ripercorso i passaggi salienti del procedimento, evidenziando il ruolo del Tribunale dei Ministri e del Senato nella concessione dell’autorizzazione a procedere. “La genesi di questo procedimento non sta in un atto della Procura, perché in realtà l’istruttoria è partita da una richiesta del Tribunale dei Ministri. Questo collegio di giudici, nei reati ministeriali, ha anche poteri di natura istruttoria e ha formulato le ipotesi di reato. Le due ipotesi di reato erano il rifiuto dell’atto dovuto, che consisteva nel concedere il porto sicuro in cui far sbarcare i naufraghi, e l’altra era quella dell’illecita privazione della libertà personale.”
Salerni ha chiarito anche il ruolo degli altri ministri coinvolti: “Viene emesso un primo decreto interministeriale il primo agosto, ma il 14 agosto il TAR lo sospende. In quel momento, l’allora ministro dell’Interno, Salvini, voleva riemettere un altro decreto sostanzialmente simile. Il ministro Trenta disse no, sostenendo che non poteva firmare un atto già ritenuto illegittimo da un giudice. Da quel momento, secondo la Procura, andava concesso lo sbarco.”
Sulla possibilità di fare appello, Salerni ha dichiarato: “Tutti quanti coloro che fanno questo mio mestiere, che è spesso ingrato, prima vedono gli atti. Dobbiamo vedere qual è la motivazione. Sempre bisogna leggere le motivazioni, ma ancora di più in questo caso. Così, alla cieca, ritengo che bisogna andare avanti.”
Salerni ha inoltre spiegato la differenza tra l’appello della parte civile e quello della Procura: “Se la parte civile fa appello da sola, l’appello è per i soli effetti civili. Si richiede di riformare la pronunzia in punto di responsabilità, ma la conseguenza di quella responsabilità non sarebbe più una pena, ma soltanto il risarcimento. La Procura, invece, impugna integralmente e può chiedere di riformare in punto di responsabilità e di affermare una pena.”