Dicevamo che sul caso Cecilia Sala il governo avrebbe determinato un passaggio decisivo per il suo futuro. Il ritorno anzitempo della giornalista fa salire al massimo il gradimento degli italiani verso l’esecutivo in carica ma porta anche “la presidente” Giorgia Meloni sui più alti livelli di apprezzamento degli analisti che guardano agli accadimenti con gli occhi di uno storico dell’attuale.
Giorgia Meloni ha fatto bene ad accorrere a corte di Trump in modo inaspettato e lì probabilmente avrà trattato condizioni propizie per allentare l’attenzione degli States sulla questione dell’ingegnere arrestato a Roma su ordine degli americani.
Giorgia Meloni ha centrato la metodologia di esautorare di fatto il vertice dei servizi segreti rappresentato da Elisabetta Meloni per prendersi in pieno carico la questione del ritorno di Cecilia Sala a casa.
Giorgia Meloni sta riuscendo in quello che si riteneva l’impossibile compito di riportare a più miti consigli l’elettorato degli irriducibili, tipico del suo mondo, nelle rassicuranti assi direttive degli Stati Uniti d’America. Nel fare questo tiene però bene in piedi centrati in Unione Europea riuscendo a ottenere quanto appartiene a un paese fondatore quale è l’Italia.
Il condensato di sovranismo e atlantismo ad oltranza si incarna perfettamente nella sua figura e non sappiamo chi oggi potrebbe diversamente rappresentarla. Con buona pace dei suoi riluttanti partner di governo Giorgia Meloni è l’unica oggi a poter dare una versione vincente a una coalizione che senza di lei probabilmente non esisterebbe più essendo scomparso il suo fondatore.
Nel mondo delle destre, i cui retaggi e immaginari sono variegati, Giorgia Meloni riesce a far dileguare anche le forti differenze. Nel mondo e sommessamente presenti inevitabilmente nel nostro dibattito oggi c’è una destra liberista ad oltranza, c’è una destra sovranista, nazionalista in modo tradizionale, c’è un’altra destra che si sforza di trovare un percorso proprio che veda nel rifiuto delle ideologie alla moda il solco di una propria autenticità originaria. Sono espressioni che nel corso delle cose si differenziano sempre più ma nel nostro paese riescono a stare tutte nel solco della sua leader.
Il momento è unico e raro. Anche perché consiste nell’ultima leader nazionale ancora perfettamente in piedi sulle sue gambe nel contesto europeo.
Con queste premesse si presenta alla conferenza stampa che doveva essere di fine anno ed è diventata di inizio anno. Ma non dirà “scusate il ritardo”. Affronterà i giornalisti con la sfrontatezza che le è propria. La stessa della dichiarazione “non sono una persona ricattabile” dopo il colloquio con Berlusconi.
Oggi è il suo momento di gloria. E ci sono le premesse perché sia annoverata tra i personaggi storici più importanti nel secondo dopoguerra. Dimenticavamo Cecilia Sala! Il suo futuro sarà radioso da oggi. Tutto è bene quel che finisce bene. Sperando non finisca mai.