《Assessore, dateci le rose, non le ruspe!》Questo l’appello degli Ortisti di Valle Fontana a seguito della dichiarazione di qualche giorno fa dell’Assessore capitolino Sabrina Alfonsi, pronta a stanziare, in onore del Giubileo, ben 5 milioni di euro per realizzare 21 giardini in tutta Roma. Gualtieri, Sindaco anche di Roma Città Metropolitana, si è invece dimenticato degli Orti di Valle Fontana, il cui cantiere, mai ultimato da due anni, impedisce ai contadini urbani di Roma Nord di poter coltivare le piante ed entrare nei terreni assegnati.
《Vogliamo anche noi le rose, e ricreare e celebrare il roseto di San Francesco ; ed anche per le nostre api, vogliamo anche noi le aiuole coi fiori bianchi e gialli in onore dei colori del Santo Padre per l’Anno Santo. Siamo a disposizione per piantare e innaffiare sin da subito》, asserisce Franco, un ortista che ha dovuto rinunciare al suo orto per via del cantiere.
Gli Orti di Valle Fontana sono una memoria del Novecento romano agropastorale e sorgono in una zona da proteggere, tra Torrevecchia, Santa Maria della Pietà e San Filippo Neri, con bellissimi corsi d’acqua naturali, pozzi e primi esempi agricoli di fabbricati rurali di filtraggio biologico delle acque mediante il carbone.
Gli Ortisti, al momento, sono disperati. Aspettano ormai da due anni la riapertura del cantiere. Sembra la storia infinita, non possono nemmeno più accedere agli orti, ma le api, le piante e gli animali degli agricoltori urbani non possono più aspettare :《Una gallina vive solo 5 anni in media e una pianta da orto spesso solo una annualità. Quante piante devono morire ancora prima di riavere indietro i nostri Orti? Quante stagioni dobbiamo perdere ancora?》
Nel primo progetto, era prevista una riqualificazione interessante con pozzi irrigui per innaffiare e ripiantumazione di nuovi alberi, ma i pozzi non ci sono e gli alberelli piantumati dalla Città Metropolitana non sono stati innaffiati da nessuno e molti sono morti. Si sono viste solo ruspe e plinti in cemento. Non è questa una rigenerazione del verde, ma una soppressione ingiusta del verde e della biodiversità.
《Gentile Assessora Alfonsi, questi Orti meritano l’attenzione ambientale non solo della Città Metropolitana ma anche di Lei, di Roma Capitale e del Municipio XIV. Queste persone non possono essere abbandonate così》 afferma Alessandra Casino Fdi, volontaria attenta alle dinamiche ambientali e urbane, 《Non possiamo lasciare che si progettino costosissimi prati e giardini da milioni di euro in tutta Roma e permettere poi che gli Ortisti storici di Valle Fontana vengano abbandonati dalle Istituzioni, è una grave dimenticanza verso chi lavora la terra》. Ci si chiede, infatti, perché non ci si adoperi subito per tutelare gli Ortisti e ultimare dignitosamente questi lavori in area storica e paesaggistica: un polmone verde di biodiversità rurale, di prezioso ed utile valore, proprio nel cuore del quadrante Nord della città. Il Sindaco Gualtieri e l’Assessore alla Mobilità, Eugenio Patané, disegnano isole ambientali in tutta Roma e qui, dove c’è questa preziosa realtà verde già esistente, invece, quando si vedrà la riapertura? Gli Orti di Valle Fontana, infatti, sono un bene inestimabile ; erano usati in passato anche per il benessere psicofisico degli ammalati degli Ospedali adiacenti: sono 33 ettari di pura magia ambientale all’interno di Roma.
Bellissimo infine il messaggio ispirato degli Ortisti, che vogliono, per questo territorio, un progetto di alto contenuto etico, ambientale ma anche spirituale.
《Le proponiamo, Assessora Alfonsi, che anche la zona degli Orti di Valle Fontana sia dedicata alla sacralità del Giubileo, abbiamo l’edicola della miracolosa Madonna di Guadalupe qui vicino che protegge il nostro operato; l’orto era un sistema di meditazione cristiana nel medioevo, come il detto “ora et labora”, appunto, e i nostri Orti, bisogna ricordare, si trovano esattamente sulla direttrice della Via Francigena. I pellegrini, al tempo di Carlo Magno, arrivavano a Roma scendendo da Sutri, oltrepassando Isola Farnese e sbucando su Monte Mario, dove rimanevano incantati vedendo, all’improvviso, la grandiosità dell’Urbe, in cui i Santi Pietro e Paolo avevano fondato la nostra Chiesa.
Noi vogliamo che il nostro operato di ortisti sia una celebrazione del benessere psicofisico della persona e della sintonia dell’uomo con lo spirito, con la natura e con l’Urbe ; vogliamo dei sentieri sensoriali di lavanda e rosmarino per le nostre api, e vogliamo insegnare questo ai bambini delle scuole del Municipio XIV e di Roma, insegnare come si fa il miele ma anche ospitare le persone ed aiutarle a contrastare il disagio urbano ed aiutare, per esempio, le persone che siano state vittime di violenza. Noi siamo pronti qui con le nostre arnie e voi, di Roma Capitale, lo siete davvero ?》
Massimiliano Pirandola