ROMA – “Trilioni di dollari” di dazi per chi non produrrà negli Stati Uniti: è il monito a imprese, multinazionali e Paesi stranieri rivolto da Donald Trump in un discorso pronunciato da remoto al World Economic Forum a Davos, sulle Alpi svizzere. Promesse, appelli e minacce hanno segnato un intervento che ha toccato temi differenti, tutti però anche politici. “Gli Stati Uniti saranno la capitale mondiale dell’intelligenza artificiale e delle criptovalute” ha detto Trump, rivolgendosi in collegamento video a una platea di decisori politici e manager. “Venite a produrre in America, e se non lo fate sono affari vostri; molto semplicemente, però, in questo caso pagherete una tariffa, di importi variabili, che porterà centinaia di miliardi, persino trilioni di dollari, nel Tesoro americano”. Il presidente ha detto che ridurrà al 15 per cento l’aliquota fiscale per le aziende che producono beni e servizi negli Stati Uniti. La sua tesi è che con questa scelta la sua amministrazione creerà “grande eccitazione” e “interesse”.
TRUMP E LE CRITICHE ALL’UNIONE EUROPEA
Trump ha anche criticato l’Unione Europea, accusandola di aver regolamenti complicati e di imporre tariffe troppo alte sulle importazioni americane. In evidenza poi temi legati alla sicurezza. Trump ha annunciato che chiederà ai Paesi della Nato di contribuire di più dal punto di vista finanziario alla difesa comune. “La gran parte di loro”, ha detto, “non ha pagato finché non sono arrivato io”. Cenni anche al conflitto tra Russia e Ucraina. Rispetto alle prospettive di pace, Trump ha detto: “Dovete chiedere alla Russia; l’Ucraina è pronta per un accordo”. Il presidente ha aggiunto di voler incontrare personalmente Vladimir Putin con la prospettiva di mettere fine alla guerra il prima possibile.