Hamas, ha rilasciato nella giornata di oggi, (sabato 1 febbraio, ndr), tre ostaggi israeliani, mentre Israele ha scarcerato centottantatrè prigionieri e detenuti palestinesi, nell’ambito della tregua in corso volta a porre finalmente termine al conflitto in Gaza – in atto ormai da oltre un anno.
Ofer Kalderon – cittadino franco israeliano – e Yarden Bibas sono stati consegnati ai funzionari della Croce Rossa nella città di Khan Younis, nel sud di Gaza, prima di essere trasferiti in Israele. Separatamente, l’americano israeliano Keith Siegel è stato rilasciato presso il porto di Gaza City.
Nel giro di poche ore, poco meno di duecento palestinesi sono stati liberati; di questi, centocinquanta hanno fatto ritorno a Gaza, mentre trentadue sono scesi da un autobus a Ramallah – in Cisgiordania – accolti da una folla in festa. Secondo l’ufficio stampa dei prigionieri di Hamas, uno dei detenuti liberati sarà esiliato in Egitto.
Intanto, al valico di Rafah, recentemente riaperto al confine meridionale di Gaza, i primi pazienti palestinesi hanno ottenuto il permesso di lasciare l’enclave per cure mediche in Egitto; tra loro, diversi bambini affetti da patologie di diversa natura tra cui tumori e disturbi cardiaci.
In Israele, una folla si è radunata nella Piazza degli Ostaggi, a Tel Aviv, per seguire in diretta il rilascio di alcuni ostaggi, su maxischermi. Kalderon e Bibas, prima di essere affidati alla Croce Rossa, sono stati brevemente fatti salire su un palco a Khan Younis, davanti a un manifesto con le immagini dei leaders di Hamas – tra cui Mohammed Deif, ex comandante militare la cui morte è stata confermata questa settimana dallo stesso gruppo armato.
L’operazione di oggi, (sabato 1 febbraio, ndr), si è svolta in maniera più ordinata rispetto al rilascio di giovedì scorso, quando la consegna degli ostaggi era stata segnata da momenti di tensione con la folla a Gaza; tuttavia, anche questa volta i miliziani di Hamas hanno approfittato dell’occasione per mettere in mostra la loro forza, sfilando in uniforme nelle zone delle consegne, a testimonianza del controllo che continuano a esercitare su Gaza, nonostante le pesanti perdite subite in questo conflitto.
Con questo scambio, il numero totale di ostaggi liberati sale a diciotto, tra cui cinque cittadini thailandesi, rilasciati giovedì in una operazione non programmata. Israele – dal canto suo – ha finora scarcerato quasi seicento detenuti palestinesi, tra cui militanti condannati per attentati mortali e persone arrestate durante la guerra, ma mai ufficialmente incriminate.
Nel frattempo, con il cessate il fuoco ancora in vigore, gli sforzi diplomatici per un accordo più ampio si sono intensificati. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu dovrebbe incontrare martedì il presidente USA Donald Trump per discutere della tregua a Gaza e di una possibile normalizzazione delle relazioni con l’Arabia Saudita come parte di un accordo post-bellico.
L’attuale tregua – mediata da Egitto e Qatar – con il sostegno degli Stati Uniti, ha in gran parte retto, nonostante alcuni incidenti che hanno portato entrambe le parti ad accusarsi reciprocamente di violare l’intesa.
Sia il governo israeliano – che include figure di spicco contrarie alla tregua – sia Hamas, affermano di essere impegnati a raggiungere un accordo per la seconda fase, ma le prospettive per una pace duratura restano incerte. Negli ultimi quindici mesi, Gaza è stata devastata e il conflitto ha lasciato una profonda eredità di dolore e diffidenza.
I leader israeliani insistono sul fatto che Hamas non possa rimanere al potere a Gaza, ma il gruppo armato continua a manifestare la propria presenza, nonostante la perdita di gran parte della sua leadership.
F.B.