Lo sport più praticato nei giornali europei consiste nel mostrare e notiziare le reazioni alla politica dei dazi imposta da Trump. Ci sono contro reazioni, innanzitutto dalla Cina. Via vai dagli altri paesi con l’Unione Europea attenta a preservare un ruolo ancora interlocutorio.
Si evidenzia in queste articolazioni concettuali e notiziali il fatto che la politica dei dazi non fa comodo a nessuno. E soprattutto, come nel terzo principio della Dinamica, ad ogni azioni corrisponde una reazione uguale ed opposta. Specificamente: la conseguenza di tutto questo consisterà in una spirale inflattiva. E inoltre a rimetterci saranno soprattutto gli americani in relazione all’Europa e all’Italia perché nella bilancia dei pagamenti in relazione all’America, il nostro export supera le importazioni.
Argomentazioni vere ma parziali perché non tengono veramente conto della sostanza in cui consiste il mondo globale e la regola della moneta sovrana. Chi ha più soldi governa il banco. E poco contano le previsioni matematizzanti per cui sarà difficile coi dazi aumentare la produzione nazionale americana. (Questo perché ci sarà anche l’aumento dei costi di strumenti di produzione, molti importati. Quindi il tutto si risolverà con aumento dei prezzi).
Alzando la posta e costringendo gli altri a venirti dietro si crea uno stress per gli altri paesi fino a quando questi ammetteranno che non riescono a stare dietro a questo gioco. E sarà la vittoria del più forte. Cioè chi ha più risorse monetarie da gestire al tavolo degli scambi.
Il calcolo di Donald Trump consiste in questo non in quello per cui si divisano gli esperti di economia che guardano la situazione sempre in modo parziale e guardando singoli rapporti di relazione tra singoli stati.
La parola chiave è sempre la stessa: “volatilità”. Chi riesce a gestirla ha vinto. Ma c’è anche chi riesce a determinarla e in questo modo costringe gli altri al suo gioco ed essendo meno attrezzati del conduttore li induce gradualmente all’impoverimento.
La nuova regola del nuovo presidente degli Stati Uniti è questa. Adeguarsi è la sola mediazione possibile per cui la cosa più insensata consiste nell’accettare il braccio di ferro o la sfida perdurata che porterebbe gravi danni a tutti. Meglio adeguarsi che dileguarsi in una competizione che ci lascerebbe esangui.
E i primi a farsi male saranno gli stati che non sono Cina e Usa.