Se è una provocazione è perfettamente riuscita perché da giorni tutto il mondo non si fa che parlare di questo: lo sradicamento dei palestinesi dalla Striscia di Gaza per trovare altra collocazione in un paese arabo.
Se è un modo per rilanciare sul tavolo della trattativa affinché tutti i soggetti in campo escano allo scoperto con loro proposte collocandosi in merito a un progetto di massima come questo che però potrebbe parzialmente attuarsi, ha il merito di affrontare la questione in termini del tutto nuovo.
Sì, perché non si può continuare con la litania “due popoli, due stati”. Si dice da quarant’anni, non si è fatto e se questo non è successo non può essere solamente a causa della cattiveria di Israele. In effetti non c’è una forza del popolo e un sistema di alleanze locali in grado di sostenere la realizzazione di uno Stato alla pari di quello di Israele. È chiaro quanto un tema del genere sia fortemente divisivo e controverso. E proprio per questo la discussione della situazione in Medio Oriente si incaglia sempre sul recente passato e dei tentativi riusciti di sfasciare il banco delle difficili trattative.
Oggi si deve ripartire in termini completamente nuovi. La tregua è una grande occasione. Consente e obbliga i grandi interlocutori del mondo a farsi carico di questa parte della Storia del mondo. Pena, il rilasciare quei popoli al loro destino e abbandonarli alla distruzione reciproca.
Ma quella striscia di terra è troppo importante per gli amici degli States e anche tra i più grandi sponsor di qualsiasi presidente che arriva alla carica in Casa Bianca. Il popolo ebraico e il loro sistema di interessi ha troppo caro lo stato di Israele per lasciarlo al destino della continua guerra. Ma anche troppo in viso a buona parte del mondo arabo che ancora vive come un abuso, una violazione costante, la presenza di uno Stato organizzato in una dimensione di dominio che appare la loro.
Ed è per questo motivo che l’uomo d’affari Donald Trump, e assai meno il politico Trump, rompe gli indugi con la proposta più forte. L’idea che spacca. Lo spunto impossibile, ma anche quello che ciascuno aveva in mente ma non osava dire. Lo ha detto lui. Quindi l’idea è sdoganata. Da questa posta più alta si può partire per cominciare a trattare seguendo un criterio di parziale diminutio di questo primo progetto faraonico.
Trump non vuole guai in questa parte del mondo. L’unica soluzione possibile che può arrivare gli viene dall’unico argomento di mediazione possibile: i soldi. E questa chimera serve a far soldi a tutti ma anche a cambiare le condizioni di un milione e mezzo di gente che tornando in quelle terre vivrebbe una vita da sfollato e nella precarietà assoluta.
Un grande esodo volontario, pur nell’estrema difficoltà di questa immensa operazione, consiste nella risposta che mette pace all’assillo costante che il presidente di America First non vuole più provare.