ROMA – “I cittadini di Gaza potranno tornare nelle loro case dopo la ricostruzione, a patto che rinneghino il terrorismo”.
È questo l’imperativo di Benjamin Netanyahu annunciato durante un’intervista esclusiva a Fox News, prima di ripartire da Washinghton. Il primo ministro israeliano giudica “molto buono” il piano proposto da Trump sul trasferimento dei gazawi in altri paesi, affermando che si tratta della “prima nuova idea da anni”. E a chi punta il dito contro la soluzione del presidente americano, spiega che non si tratta “né di pulizia etnica né di sfratto forzato. Tutti parlano di Gaza come di una prigione a cielo aperto, e allora perché tenere questa gente in prigione?”. L”apertura’ di Netanyahu, se così si può definire, arriva dopo le affermazioni di venerdì scorso sulla possibilità di creare uno Stato palestinese in Arabia Saudita, visto che “hanno molta terra laggiù”.
Il viaggio del primo ministro israeliano, non ha fatto che confermare l’alleanza già molto stretta con il tycoon. Per Netanyahu, Trump è “un grande leader per l’America e per il mondo” spiegando che ora “Israele non ha amico migliore dell’America adesso sotto la leadership di Trump e l’America non ha amico migliore di Israele”.
LE NAZIONI UNITE: GAZA SI PUÒ RICOSTRUIRE IN 5-10 ANNI
Intanto, attraverso un comunicato, il Relatore Speciale delle Nazioni Unite, Balakrishnan Rajagopal, ha dichiarato che nonostante la distruzione di circa il 70% degli edifici di Gaza da parte dei militari israeliani, il 70% della regione potrebbe essere ricostruito entro un periodo di 5-10 anni, senza spostare la popolazione palestinese. Rajagopal ha anche stimato il costo dell’operazione in circa 60 miliardi di dollari.
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