Roma – Ieri, 5 novembre, alla Sala Agnini in viale Adriatico, oltre duecento persone si sono presentate al congresso organizzato per iniziativa del Pd, per sostenere la candidatura di Pierluigi Bersani a premier del centrosinistra. Agli interventi di qualche cittadino si sono alternati quelli di Giancarlo D’Alessandro (Amministratore delegato di LAit s.p.a), il senatore del Pd Luigi Zanda, e ovviamente Dario Franceschini (presidente deputati del Pd) affiancato dal vicepresidente del Consiglio del IV Municipio Riccardo Corbucci.
Sono stati tanti gli argomenti toccati, e tante le lamentele dei cittadini per quanto riguarda i tagli alla scuola, il lavoro e le tasse. Ma soprattutto si è parlato di primarie, in termini naturalmente propagandistici. «Trovo che questi incontri siano utili, assemblee in cui si possono anche percepire gli umori, il clima, le attese, e questa sera ho avuto la conferma, con i diversi interventi e con le cose che sono state dette, che quando in un paese c’è da un lato la durezza della crisi e dall’altro poca credibilità della politica, come partito dobbiamo ristabilire fiducia da parte dei cittadini. Dobbiamo smettere di trasmettere l’idea che la politica non può dare fiducia, noi abbiamo le nostre colpe, ma politicamente non possiamo accettare che tutti vengano messi sullo stesso piano, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio: le uniche cose fatte sui costi della politica, eliminazione dei vitalizi dei parlamentari, e il dimezzamento dei finanziamenti ai partiti, sono state fatte per iniziativa esclusiva del Pd. Il primo lavoro da fare è ricostruire il tessuto di valori condivisi. Quindi investire sui giovani, combattendo il precariato, aiutando l’occupazione femminile, inoltre investendo sull’istruzione e la ricerca, per restituire la competitività al Paese. Le primarie devono essere un virtuoso confronto tra le idee del Paese, tra le personalità in grado di governarlo, sono primarie per scegliere chi governerà il Paese e il candidato ideale deve essere in grado di tenere insieme una coalizione e mantenere il dialogo con altri gruppi politici, deve succedere a Monti e deve essere in grado di affrontare la crisi economica, di presentarsi all’Europa, ai leader mondiali, agli investitori e ai mercati stranieri. E Bersani è il candidato ideale». Dello stesso parere di Franceschini è anche Corbucci: «Il Pd doveva essere un partito nuovo nel rapporto con i cittadini e tra i cittadini e chi costruiva quel partito. Quando Veltroni si dimise come segretario io scelsi di appoggiare Dario Franceschini, perché Franceschini rappresentava di più la mia idea di Pd in quel momento, persona onesta e intelligente, e oggi scelgo Bersani per lo stesso motivo, perché è quel Pd che deve rappresentare tutte le anime del Paese ed entrare nei problemi del Paese, e perché è maggiormente preparato e capace a governare la prossima fase difficile che ci aspetta. Attenzione a scollegare le questioni vere di tutti i giorni come la casa, il lavoro, i problemi ambientali, questi sono problemi reali e le primarie sono lo strumento con cui scegliamo la nostra casa dirigente». Alessia Forgione