ROMA – Beppe Grillo ormai è scatenato. Dopo il messaggio di San Silvestro, apre il 2013 con un assalto spietato contro tutta la classe politica italiana.
Nei toni ricorda i ‘Vaffa dayʹ, quando il Movimento 5 Stelle non esisteva ancora: è il recente intervento del blogger che si scaglia contro tutti i politici con un post dal titolo “In nome di Dio andatevene!”, in riferimento al discorso del condottiero Oliver Cromwell al Parlamento inglese nel 1653. “Se ne devono andare tutti, dove non ha importanza – scrive Grillo – In un isola delle Barbados, nell’appartamento monegasco del cognato, in un ospizio, nella tipografia romana del suocero, in Vaticano a pregare per lo Ior, in Europa al posto di Van Rompuy, a insegnare alla Bocconi a studenti inconsapevoli, in tribunale a esercitare la loro professione, in uno dei loro studi legali a incassare milioni di euro. Se ne devono andare. Non li regge più nessuno”. “ Non capiscono che sono come Ceausescu al balcone, Mussolini nel camion verso la Svizzera vestito da soldato tedesco, Hitler nel bunker di Berlino mentre da ordini a divisioni che non esistono più. E’ questione di tempo, ma la loro avventura politica è terminata. La campanella del 2013 è suonata, la ricreazione a spese di generazioni di italiani è finita”. “Loro non capiscono. Si credono intoccabili perché garanti di interessi economici delle lobby del cemento, delle cooperative, dei concessionari, della BCE, delle banche internazionali, di Stati esteri. Vivono in un mondo a parte, fatto di studi televisivi, di giornalisti proni, di incontri istituzionali a discettare del nulla al quadrato con la rituale foto di gruppo, circondati da commessi, servi, maggiordomi, amanti. Onorevoli disonorati”.
Dopo l’esternazione prosegue con colorite offese a tutti: “Facce di bronzo, facce di merda, facce da impuniti, facce da dimenticare se si vuole acquistare un minimo di serenità. Facce di responsabili dello sfacelo economico e sociale che si fanno i lifting, i sorrisi tirati ormai in un ghigno, l’incedere da uomini di potere che si credono statisti in scatola. Si ripresentano ancora, riverginati, innocenti, candidi come se non fossero colpevoli del più piccolo errore. Loro che hanno disfatto l’economia, l’informazione, la giustizia, la scuola, il tessuto produttivo, lo stesso Stato. Mantenuti nelle loro posizioni privilegiate per decenni, pagate dalle tasse degli italiani a suon di vitalizi mai rinnegati, di leggi ad personam, ad partitum, per gli amici, per i concessionari, per le mafie”.
Poi, accosta i politici a sgraditi insetti: “Parassiti, pidocchi, mignatte, zecche. Virus che si spacciano per miracolosi medicinali mentre infettano il corpo della Nazione, certi della copertura vigliacca dei media e confidando nella memoria breve degli italiani. Se ne devono andare. In Parlamento non li vuole neppure l’italiano più mite, il più tollerante, il più distaccato dalla politica. L’Italia è in overdose dei Bindi, Finocchiaro, Cicchitto, Berlusconi, Monti, Bersani, Fini, Alfano, Casini, Maroni e delle centinaia di compari si ostinano a imporre la loro presenza”.
Infine, la citazione di Oliver Cromwell. “Voi siete un gruppo fazioso, nemici del buon governo, banda di miserabili mercenari, scambiereste il vostro Paese come Esaù per un piatto di lenticchie; come Giuda tradireste il vostro Dio per pochi spiccioli. Avete conservato almeno una virtù? C’è almeno un vizio che non avete preso? Chi fra voi non baratterebbe la vostra coscienza in cambio di soldi? – conclude il post – E’ rimasto qualcuno a cui almeno interessa il bene della Repubblica? Siete diventati intollerabilmente odiosi per l’intera Nazione; il popolo vi aveva scelto per riparare le ingiustizie ed ora siete voi l’ingiustizia! Ora basta! Portate via la vostra chincaglieria luccicante e chiudete le porte a chiave. In nome di Dio, andatevene!”.
Ernesto De Benedictis