Sono ben quarantotto gli artisti il cui nome comparirà nell’opera pittorica “a mosaico” raffigurante Torre Flavia che, dalla prossima settimana, rimarrà in permanenza presso la sede del Comune di Ladispoli.
“Il progetto è nato da un’idea dell’artista Paolo Maccioni – spiega Ilva Marchizza, direttrice della Galleria d’Arte InQuadro – che ha voluto prendere parte all’ampia campagna di sensibilizzazione condotta dall’amministrazione comunale di Ladispoli e volta a rendere partecipi i cittadini sulla necessità di un progetto di recupero, messa in sicurezza e valorizzazione artistico, culturale e naturalistica della Torre Flavia e dell’oasi naturalistica circostante, che ormai da troppo tempo riversa in uno stato di incuria ed abbandono”.
Paolo Maccioni, originario di Ladispoli e oggi residente a Roma, concepisce così la realizzazione dell’opera: partendo da un’immagine fotografica della torre, ne ricava quarantotto tasselli ciascuno dei quali viene consegnato ad un artista. “Ad ognuno è stata data un’immagine a dimensione naturale 30 x 30 centimetri – spiega Maccioni – e ognuno ha realizzato con la propria tecnica e con il proprio stile il pezzetto che gli competeva. L’effetto artistico è quello che sorprende di più, si deve notare la differenza di quarantotto mani e stili diversi”.
“I tasselli, una volta assemblati, hanno dato vita all’immagine della Torre Flavia allo stato di conservazione attuale in chiave molto moderna, dinamica briosa e variopinta – illustra Marchizza – confermando che la pluralità è una risorsa e non un limite, che arricchisce e non svilisce l’opera. La grandezza finale dell’opera sarà di 2,40 per 1,80 m e rimarrà esposta nella struttura comunale in una zona ben visibile a tutti i visitatori”.
Lo storico edificio, in grado di offrire a tutt’oggi un suggestivo panorama sul mare, rappresenta un luogo simbolo per tutta la comunità. “Io sono nativo di Ladispoli e da piccolo andavo a giocare sotto Torre Flavia” ricorda Paolo Maccioni. “La Torre ha una storia importante ed è il simbolo di Ladispoli – prosegue – poiché adesso rientra in un progetto di riqualificazione insieme all’oasi, con gli altri artisti e con l’aiuto della Galleria InQuadro abbiamo deciso di sensibilizzare l’opinione pubblica e politica alla sistemazione di questa struttura”.
La cerimonia inaugurale dell’opera si terrà domenica 8 maggio, alle ore 11, nella sede di piazza Falcone. “Verrà posizionata all’entrata del Comune di Ladispoli – prosegue Maccioni – un luogo aperto al pubblico”. Una targa realizzata ad hoc segnalerà, tassello per tassello, ogni pittore che ha contribuito all’opera. “Rimarrà nella storia del comune – aggiunge Maccioni – e sarà possibile vedere com’era Torre Flavia nel 2016, in questo periodo. Noi artisti abbiamo deciso di donare qualcosa al Comune e l’amministrazione comunale, in particolare il Sindaco Crescenzo Paliotta, l’Assessore alle Politiche Culturali Francesca Paola Di Girolamo e il Delegato all’Arte Filippo Conte, ha appoggiato l’idea che abbiamo proposto, dandoci la possibilità di esporre in maniera permanente l’opera”.
Il progetto artistico nel suo insieme, come spiega la direttrice di InQuadro, rappresenta un’iniziativa di grande importanza a anche per le nuove generazioni. “I giovani sono l’humus della società, come ammonisce il filosofo Umberto Galimberti – dice Ilva Marchizza – tramite Internet essi acquisiscono una miriade di informazioni slegate tra loro, non sviluppando contemporaneamente il senso critico, la connessione dei dati e quindi la conoscenza. Questo è il compito che spetta agli insegnanti, favorire lo sviluppo di un tipo di “intelligenza divergente” che permetta loro di risolvere un problema cambiando la sua impostazione, capovolgendolo, sviluppando quindi la propria parte creativa. Umberto Galimberti conclude esortando ad educare i ragazzi al sentimento, una ricca base emotiva è essenziale per distinguere tra ciò che è bene e ciò che è male. E tutelare, conservare, arricchire il patrimonio artistico, culturale del proprio paese è un bene indiscusso e inalienabile”.
“Rieducare i nuovi giovani, “i nativi digitali dalle idee confuse”, al senso della bellezza è l’obiettivo primario dell’opera d’arte – prosegue Ilva – perché appena la bellezza ci apre gli occhi, sul mondo dilaga lo stupore che è stupefazione, incantamento, gioia, volani indispensabili per un profondo e rivoluzionario cambiamento dell’atteggiamento nei confronti della vita stessa, troppo spesso dominata e pervasa dalla grigia rassegnazione”.
I nomi dei “48 artisti per Torre Flavia”: Paola Alessandrini, Franca Asciutto, Daniele Bartocci, Antonella Biasio, Felicia Caggianelli, Nadia Cesarini, Vincenzo Cesetti, Maria Grazia Chiappinelli, Antonio Colella, Giuseppe Dente, Monica Di Folco, SamiraElSallali, Pietro Falcone, Ezio Farinelli, Francesca Forte, Carlo Grechi, GaliaGolod, Elisa Indino, Vincenzo Landi, Antonia Leta, Laura Laurini, Lazara, Paolo Maccioni, Ilva Marchizza, Teresa Marrone, Renato Mazza, Veronica Mazza, Gianluca Monaldi, Iolanda Musicco, Alessandro Oppia, Sonia Orsini, Monica Osnato, Daniela Ottieri, Salvatore Pastore, Davide Petronzio, Antonella Pirozzi, Alessandro Pulerà, Massimo Recchia, Valerio Ruscio, Luciano Santoro, Anna Sbardella, Daniela Maria Serranò, Pamela Stracci, Anna Tonelli, Francesca Tarantino, Carlo Vigevani, Fabio Uzzo, Lizzie Denise Vanegas.
Per il futuro Paolo Maccioni pensa già alla realizzazione di opere della stessa rilevanza in altre città. “L’arte non è fine a se stessa, deve dare un messaggio che sia politico o sociale, deve far ragionare, pensare” commenta l’artista. Dedito all’arte sin dalla giovanissima età, la vasta produzione di Paolo Maccioni si caratterizza per una costante sperimentazione di tecniche, stili e tematiche sempre diversi.
Scrive nella nota biografica sull’artista Ilva Marchizza: “L’ARTE è un sogno: nel titolo di questa sua opera è racchiusa la poetica del percorso artistico di Paolo Maccioni, pittore nato a Ladispoli nel 1954 ma romano di adozione, che si avvia nel mondo dell’arte in un totale e profondo coinvolgimento emozionale. Dopo aver conseguito la maturità tecnica per geometri è affascinato dal copioso patrimonio artistico della “Città Eterna” da cui si lascia evidentemente influenzare quando traspone sulle sue prime tele vedute bucoliche, antichi borghi medievali ed evocative marine; traspare da subito una sua innata consapevolezza del colore che in poco tempo impara a padroneggiare nell’uso di svariate tecniche pittoriche. Lo studio delle correnti artistiche del secondo Novecento statunitense lo sprona a modificare la sua tematica realistica, abbracciando la tecnica dell’action painting o pittura d’azione; i colori spruzzati, sgocciolati o scagliati sulla tela appoggiata a terra si intrecciano, si sovrappongono e si dissolvono dando vita a una variopinta espressiva struttura astratta, informale in cui forme e colori si fondono in un unicum. La sua indole acuta e sottilmente curiosa arricchita da una profonda sensibilità lo porta alla ricerca di nuove soluzioni stilistiche; basti pensare alle opere di assemblaggio ispirate al NouveauRealisme di Arman e Rauschenberg, e alla più recente serie di décollages aventi per tema le realtà metropolitane dal cielo anonimo e grigio, e la serie di décollages dedicati a Firenze città capitale dell’arte, e Firenze colpita dall’esondazione dell’Arno. Il modus operandi di Paolo Maccioni abbraccia una pluralità di mezzi espressivi dal disegno alla pittura, dalla scultura all’installazione alla fotografia, che confermano la sua incondizionata creatività, la sua piena libertà e autonomia di espressione che lo rendono un artista in continuo rinnovamento, sempre teso al conseguimento del suo sogno più autentico: L’ARTE”.