Roma – Saldi. Saldi. Saldi. Ovunque, in ogni città d’Italia, le vetrine delle attività commerciali sono tappezzate, ormai da parecchi giorni, da slogan che annunciano sconti da capogiro, fino al 70 e talvolta anche l’80 per cento. Tempo fa queste percentuali avrebbero fatto girare la testa agli acquirenti italiani, ma quest’anno no, almeno nel quarto municipio di Roma.
Dopo quasi un mese di saldi altissimi gli incassi delle zone commerciali più fervide del quarto, come via Ugo Ojetti, sono rimasti praticamente invariati. I commercianti, interpellati, si sono categoricamente rifiutati di comparire sul mezzo stampa perché terrorizzati dall’effetto ancora più devastante che potrebbe avere sui loro affari quella che loro vedono come una cattiva pubblicità: «Non me lo posso proprio permettere», hanno affermato in molti. E questo la dice lunga. Il giudizio è unanime: «I saldi vanno malissimo!». Tanta merce esposta e nessuno che compra. Qualche passante entra incuriosito per dare un’occhiata e poi esce a mani vuote. «Non si era mai vista una cosa del genere – dichiara una nota commerciante, A. S., di via Nomentana – Io ho questo negozio dagli anni sessanta e una crisi del genere non l’ho mai vista. Le dico solo che in tutta la giornata lei è la prima persona che mi entra in negozio. Merce che vale più di duemila euro l’ho messa in vendita a duecento-quattrocento euro, ma non c’è stato niente da fare, non ho venduto niente. Dopo cinquanta anni di attività sono costretta a chiudere e la cosa peggiore è che ho milioni di euro di merce ancora imballata e che ho già pagato e non so cosa farmene».
Eppure i telegiornali sono stati chiari: con i saldi gli acquisti vanno bene e lasciano sperare in una incalzante ripresa economica. È sconcertante scoprire che invece «la gente non compra perché non ha soldi – sostiene F. P., commerciante di via Ugo Ojetti – Io non lo so come fanno a dire che i saldi vanno bene. Forse le persone che sono state intervistate dalle telecamere hanno avuto paura di farsi cattiva pubblicità. Oppure vogliono prenderci in giro e continuano a mentire». Alessia Forgione