Roma – Strade dissestate, buche che con le prime piogge si allargano e diventano crateri. Se parliamo di asfalti in carreggiata evochiamo l’incubo degli automobilisti che rischiano di forare una gomma al giorno o di sprofondare in una voragine; se parliamo di marciapiedi richiamiamo alla mente un reale pericolo di inciampi e cadute, che possono avere conseguenze anche gravi.
A tal proposito sono impressionanti i dati del 2012 riportati dall’inchiesta uscita ieri, 21 gennaio, su “Repubblica”. A differenza di quanto era avvenuto nel 2011, non risultano per fortuna feriti in conseguenza di cadute; sono stati però una decina gli automezzi “affossati”: un camion impegnato nei lavori della rete del gas a Monteverde Vecchi, sprofondato il 27 aprile 2012 in via Daniello Bartoli; un secondo camion rimasto incastrato il 22 maggio 2012 in via del Viminale e un mezzo Ama finito con una ruota in una voragine di tre metri il 24 settembre 2012 in via San Francesco a Ripa. Per quanto riguarda le auto: due sono finite parzialmente dentro una voragine il 10 settembre 2012 in via Augusto Dulceri; una (con a bordo Alessandra Mussolini) è rimasta incastrata il 17 settembre 2012 in una voragine che si è aperta sul marciapiede di via Spallanzani; un’auto in sosta è precipitata dentro la voragine che si è aperta il 29 ottobre 2012 in piazza Albina all’Aventino; infine almeno tre auto sono rimaste coinvolte nello sprofondamento con allagamento avvenuto il 2 dicembre 2012 in via Duccio Galimberti. E non è che gli interventi di ripristino siano sempre stati tempestivi: a causa di una limitante burocrazia e di infantili giochi di scaricabarile, in alcuni casi si è dovuto aspettare anche più di cento giorni, a scapito ovviamente della tranquillità dei cittadini.
Sempre secondo “Repubblica”, sono state ben 72 le voragini di consistente diametro e profondità rilevate nel corso del 2012 sulle vie di
Roma (con un aumento di ben il 61 per cento rispetto al 2011), alle quali sono da aggiungersi altri 28 dissesti dovuti ad allagamenti, avvallamenti e cedimenti. Basti pensare a strade come via Nicola Festa, tutte le vie limitrofe a Largo Pugliese, via Aretino, via Martini; ma non solo, perché le condizioni di disagio causa dissesto stradale di espandono fino al di fuori del confine municipale, in zone come Fidene Val Melaina, Settebagni e Castel Giubileo. “Il Messaggero”, invece, il 4 dicembre 2012 parlava di una decina di linee di trasporto pubblico deviate per problemi al manto stradale, e quasi duemila gli episodi registrati all’interno del raccordo anulare dal 1984 ad oggi. È chiaro che gli enti locali (sia municipali che comunali) hanno del tutto abbandonato la rete stradale urbana al suo degradante destino. L’assessore ai lavori pubblici Fabrizio Ghera ha ammesso che, data l’attuale situazione economica e le risorse a disposizione, i ventimila euro o poco più stanziati per la manutenzione stradale basteranno a malapena per una manutenzione ordinaria, limitata a «piccoli interventi urgenti». Ignorare però una problematica di questo peso, che genera pericolo e disagi anche a livello di trasporto pubblico, non si può certo ignorare e se così radicata necessiterebbe di studi adeguati e puntuali interventi di prevenzione.
E forse è con questa stessa convinzione che «con il nuovo anno» Mirko Coratti (Pd), il vicepresidente dell’assemblea capitolina, ha spinto in favore dei lavori di sistemazione in via della Bufalotta, L. Capuana, J. Ferretti e delle Vigne Nuove, non molto tempo dopo aver incentivato (febbraio dell’anno scorso) l’approvazione della proposta della rotatoria tra via della Bufalotta, via Fucini e viadotto Gronchi: «Sono anni che mi batto per la soluzione dei tanti problemi del mio quartiere. Un quartiere dove sono nato e dove ho mosso i primi passi in politica. Un quartiere che mi ha dato molto e al quale ho dato con amore gran parte del mio impegno sociale. Una politica che riguardi i problemi della gente comune, per esempio la viabilità».
Alessia Forgione