13di Alberto Zei
Innovazioni tecnologiche di troppo – Dalla determinazione con la quale viene portata avanti la presa di posizione, in special modo in questo momento di crisi, e del danno che il nostro Paese ha subito a causa della ostinazione preconcetta contro tutto e contro tutti coloro che vorrebbero operare all’ insegna del “ritorno al passato”.
Non esiste ancora per il nostro Paese un’innovazione tecnologica di base, ovvero, di sensibile miglioramento economico e sociale che non sollevi il ricorrente sacro furore di quel gruppo di responsabili personaggi di cultura, informatissimi su tutto che subito si schierano in posizione contraria ad ogni cambiamento.
Non è possibile infatti adottare alcuna iniziativa tecnologica capace di produrre un plusvalore di scala alla catena produttiva di beni o servizi in Italia, in particolare energetici, senza che gruppi inferociti di contestatori organizzati si oppongano ad ogni vantaggio, tecnologico, agronomico, industriale, commerciale e soprattutto economico di cui la popolazione invece , potrebbe avvantaggiarsi.
Ad ogni proposizione innovativa che viene proposta a beneficio del tessuto sociale del nostro Paese, si contrappongono gruppi di persone prontamente strumentalizzate e addestrate quanto basta, per intraprendere una campagna di propaganda catastrofista che si abbatterebbe sul sistema ecologico in cui viviamo, se osassimo discostarci dal “verbo” di cui loro sono gli autentici e unici portatori.
Ragione per cui, ritenendo di difendere il diritto collettivo alla vita, si sentono giustificati a osare il tutto e per tutto, contro tutto e contro tutti.
Un riferimento letterario – A questo punto, sia concessa ancora una punta di ironia, ritorna in mente un pittoresco passaggio dei “Promessi sposi”, quello di donna Prassede. Diceva infatti il Manzoni che “il suo studio era di assecondare i voleri del cielo: ma spesso faceva un grosso sbaglio, ch’era di prender per cielo il suo cervello”.
Ritornando ai personaggi reali di casa nostra, si tratta dei soliti volenterosi ammantati di verde, che in nome del cielo, ovvero, della natura, vorrebbero ripercorrere a ritroso la storia del genere umano.
Mentre la filosofia illuminista riteneva già secoli fa, che dalle tenebre dell’inizio dell’ umanità, l’ uomo avesse percorso la via del rischiaramento culturale verso la ragione e il dominio della forze cieche della natura, l’intento della ideologia ecologista, con tutte le eccezione che vogliamo, è il contrario: riportare il genere umano a ritroso nell’ epoca in cui gli eventi naturali erano subiti; dalle malattie alla morte prematura, dalla fame alle carestie e così via, in quanto tutto allora era naturale; mentre andare ora contro natura è un imperdonabile delitto.
In effetti, la maggior parte di questi verdi difensori della vita che si trovano impantanati in una sorte di palude culturale, guardano con sgomento ogni progresso che aumenta ancor più il differenziale che separa il loro status dal quello del resto del contesto sociale in cui vivono.
Le profezie di Nostradamus- Il popolo dei verdi (intesi nel termine generico di naturalisti) sempre intellettualmente così emancipato, riesce a conoscere con grande anticipo i mali futuri del mondo che ogni innovazione sistematicamente produce, con particolari che neppure le migliori interpretazioni di Nostradamus sarebbero in grado di svelare.
Quasi l’ intera militanza più o meno pappagallescamente addestrata per divulgare il “verbo”, si trova nelle condizioni descritte in quanto vi è chi trasferisce alla verde massa di questa sorta di missionari del benessere naturale, le catastrofiche informazioni per il bene dell’ umanità.
Non c’è pausa per coloro che compiono una missione di tal genere di levatura, neppure in tempo di crisi come l’ attuale. Infatti, dopo aver infierito in Italia sotto ogni verde pretesto fino a determinare colpevolmente un aumento del costo dell’ energia tra i più alti del mondo e dopo aver trasformato le comunicazioni veloci in un utopia rispetto alla realtà degli altri Paesi europei, attualmente si stanno dedicando ad un’altra missione, cercando questa volta di impedire con un referendum la coltivazione di messi rese biologicamente rigogliose e feconde che a causa della sovrabbondanza dei raccolti, potrebbero apportare alla comunità benefici commerciali e alimentari.
La verde saggezza che anima l’ iniziativa sostiene, infatti, che la genuinità degli alimenti verrebbe in tal modo compromessa da una manipolazione che incide sulla produzione spontanea e tradizionale dei vegetali; manipolazione pericolosa per l‘economia in forza, da un lato, per eccessiva produzione agricola e dall’ altro, per la salute degli esseri viventi a causa di malattie e morte che incomberebbero nutrendosi di alimenti generati in dispregio delle verdi leggi del creato.