Il Tribunale di Roma, con decreto cautelare, in accoglimento dell’istanza dell’avvocato Lorenzo Borrè, ha sospeso giorni fa l’espulsione dal Movimento 5 Stelle di Mario Canino, già docente nei Licei e universitario,e già consigliere municipale al III Municipio. Di vecchia militanza socialista, noto per l’impegno in campo internazionale e ambientalista, Canino è stato, tra l’altro, tra i “padri” del Parco delle Sabine, importante area verde di Roma Nord sottratta, negli anni ’90- 2000, agli appetiti dei palazzinari. Con lo stesso provvedimento è stato sospesa anche l’ esclusione di Canino dalla lista per le Comunali di Roma (Canino s’ era posizionato 18mo alle “Comunarie” online, organizzate mesi fa dal M5S). L’ ha reso noto lo stesso legale, secondo il quale Canino chiederà d’ essere reinserito tra i candidati consiglieri comunali (anche se, a liste elettorali ormai chiuse, dal 7 maggio, la fattibilità tecnica della cosa non è sicura).
Canino, insieme all’altra attivista grillina Donatella Cialoni, era stato escluso, a fine febbraio, dalle liste del Movimento 5 Stelle a Roma: i due avevano partecipato alle Comunarie, ottenendo anche un buon numero di voti, ma all’atto della composizione della lista per il Campidoglio s’ erano visti chiudere la porta in faccia, per dissidi interni allo stesso M5S. Donatella Cialoni era arrivata dodicesima, con 175 preferenze: e, in seguito alla rinuncia di quattro dei dieci più votati (Alessandra Agnello, Cettina Caruso, Angelo Diario, Daniele Frongia) ,avrebbe potuto addirittura essere «ripescata» nella scelta per il candidato sindaco. Dipendente del Comune di Roma, la Cialoni ufficialmente era stata esclusa perché non avrebbe presentato la richiesta d’ essere messa in aspettativa dall’amministrazione comunale: obbligo che, però, decorre solo da quando si viene effettivamente inseriti in una lista elettorale. Da qui, il suo ricorrere a Lorenzo Borré, l’avvocato che segue i ricorsi degli esclusi del M5S: che ha presentato una denuncia penale per «violazione dei diritti politici e costituzionali». ” Nel mio caso, invece”, precisa Mario Canino, ” l’ esclusione dalle liste è stata decisa perché nel 2011 ero stato iscritto all’Italia dei Valori”. Anche qui, regolamento di M5s alla mano, Borré ha presentato istanza di riammissione: perché, sostiene il legale, «è al momento della candidatura che non bisogna essere iscritti ad altri partiti».
Il M5S non s’ è costituito parte civile nella prima udienza dei primi di maggio: dichiarando però in seguito che non rispetterà la sentenza del giudice, non reinserendo il prof. Canino nè nel movimento, nè tantomeno nelle liste elettorali del Comune. Contro questa prima sentenza della magistratura (confermata dall’ altra udienza del 17 maggio, e dunque esecutiva a tutti gli effetti) il movimento di Grillo, anzi, presenterà probabilmente appello. “Sino ad ora – precisa il prof. Canino – sono stato riammesso (apprendendolo da un’informativa di 5 Stelle) solo nella mailinglist del Movimento: vedremo ora come si comporteranno i suoi vertici, sulla base appunto della sentenza che il giudice emettera’ dopo quest’altra udienza del 17 maggio, e la necessaria pausa di riflessione”. E’ chiaro, comunque, che , per ambedue gli attivisti di 5 Stelle, la conferma dell’ esclusione dalle liste rappresenta una violazione di precisi diritti politici, e la vicenda (lo diciamo sulla base di precise esperienze di cronaca giudiziaria) non può terminare qui.
di Fabrizio Federici