Roma – Per gli abitanti del Lazio questo, purtroppo, non è il momento di lavorare. Infatti, i dati diffusi da Unioncamere, Unindustria e Confindustria Lazio relativi alla disoccupazione e all’andamento del mercato, sebbene siano un tantino più rassicuranti di quelli del 2012, rivelano comunque una situazione lavorativa ed economica in affanno e rallentata da imprese che arrancano e ancora faticano ad uscire dalla crisi.
Volendo rispolverare i dati dell’anno da poco passato, a giugno 2012 Unindustria registrava una diminuzione del numero di occupati in Italia dello 0,4% rispetto al 2011, e un forte aumento dei disoccupati pari al 30% circa (2,801 milioni di disoccupati in tutta Italia). Soltanto nel Lazio, per lo stesso periodo gli occupati diminuiscono dello 0,7% e il numero dei disoccupati cresce del 26,8% raggiungendo le 263 mila unità.
Tornando all’anno in corso, le previsioni di Unioncamere per il Lazio registrano un aumento ulteriore del tasso di disoccupazione che sale così all’11,5% contro il 10,9% del 2012. Quanto al Pil, il Lazio segue il valore nazionale appena annunciato da Bankitalia, -1%, e la spesa delle famiglie stimata rispecchia inevitabilmente questo andamento, con un arretramento dei consumi quantificato in -0,9% (-3,6% nel 2012). Con queste pessime premesse, è molto difficile, se non impossibile, che il 2013 possa portare sollievo alle imprese, che al contrario continuano ad annaspare. L’export, invece, unico segno positivo di questo tragico bilancio, cresce nel Lazio (secondo le previsioni 2013) di un magro 1,9%, contro però il 2% dell’anno scorso. Un po’ meglio per il valore aggiunto pro capite, che segna un netto stacco di Roma sugli altri capoluoghi laziali: con 28.300 euro a persona previsti, la Capitale è tra le prime dieci città italiane (le restanti nove al Nord, Milano in testa). Alessia Forgione