Panda prende la metro B. Un grande murales alla fermata Jonio della metropolitana B1 con protagonista Panda, il personaggio della serie “A Panda piace”, nata nel 2008 dalla matita di Giacomo Bevilacqua e diventato in poco tempo una protagonista del web e dei fumetti.
Da lunedì 13 giugno il fumettista romano, in arte Keison, inizierà i lavori per decorare la facciata della stazione Jonio della metro B1 con un’opera di circa 50 metri quadri. Cinque vignette giganti, alte due metri, che racconteranno a fumetti, cinque cose che, come ha detto Bevilacqua, “si imparano solo prendendo la metro”. Il fumetto, dopo la serie di BIT da collezione “Rat Man” di Leo Ortolani, si fonde con la street art per contribuire alla riqualificazione dei luoghi del trasporto pubblico e in particolare delle stazioni.
I partner. L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla partnership tra Atac, ARF! Festival di Storie, Segni & Disegni e 999Contemporary e realizzata con il patrocinio del terzo Municipio, e testimonia la volontà di Atac di proseguire la sinergia tra il mondo del trasporto pubblico e quello della street art.
L’autore. Giacomo Bevilacqua, romano classe 1983 si diploma a 22 anni alla scuola internazionale di comics. Nel 2008 crea la strip A Panda piace declinata successivamente in una serie di albi a fumetti, otto libri, corti animati per la tv e merchandise di ogni genere e che continua ad essere pubblicata in edicola e in fumetteria oltre che sui siti www.pandalikes.com e www.wired.it.
In uscita a giugno la prima Graphic Novel di A Panda piace dal titolo: Ansia la mia migliore amica, per Panini Comics. Il romanzo a fumetti, con sana ironia, insegna ai ragazzi che, anche le emozioni negative possono avere accezioni positive, a seconda di come vengono impiegate nella vita.
I precedenti. La collaborazione fra Atac e gli street artist è iniziata nel 2014 con le opere del tedesco Clemens Behr nella sede Atac di Garbatella, ed è proseguita con l’opera degli street artist francesi e italiani nella stazione Spagna della metro A e col “Mammuth” di Zerocalcare alla stazione Rebibbia.
Redazione