Napolitano: no alla “mortificazione della cultura”
Roma – Ieri 22 novembre il mondo della cultura e dello spettacolo si è fermato per lo sciopero generale organizzato da Slc – Cgil, Fistel – Cisl e Uilcom – Uil contro i tagli previsti nella Finanziaria 2011. Chiusi sale da concerto, cinema e teatri e i set cinematografici. Cancellate anche le prove, mentre il cinema Adriano ha ospitato la manifestazione delle 10.30 con i suoi quasi 1.500 partecipanti , tra cui molti volti noti come Carlo Verdone, Valerio Mastrandrea, Simona Izzo, Marco Tullio Giordana, Paolo Sorrentino, Giulio Scarpati, Caterina Guzzanti, Giorgio Tirabassi, Francesco Siciliano, Mimmo Calopresti, Marco Risi, Fabrizio Bentivoglio, Giuseppe Piccioni, Paola Pitagora, Maria Rosaria Omaggio.
Allo sciopero ha aderito la quasi totalità dei 250 mila lavoratori del settore per chiedere il reintegro del Fus, il contributo statale, attualmente ridotto al minimo storico di 288 milioni di euro, il ripristino delle agevolazioni fiscali, la legge dello spettacolo dal vivo e lo stop alla delocalizzazione delle produzioni cine-audiovisive. Poco prima dell’inizio Ennio Fntastichini ironizza:“questo governo ha deciso di distruggere la cultura mentre rimangono i fondi per le cerimonie istituzionali. Che poi, cosa sono queste cerimonie? Portare in giro le pischelle con l’auto blu?”. Secondo Giovanni Veronesi ”il danno fatto in questi anni dai governanti alle nuove generazioni è incalcolabile: la cultura come peso della società, come fardello inutile da evitare. I ragazzi finiranno per crederci, prima o poi”. “Si parla di Fus come di soldi tolti agli italiani e sperperati da quattro buffoni. Il senso di queste manifestazioni è spiegare alla gente chi siamo realmente: non siamo un gruppo di debosciati che sperpera” afferma Massimo Ghini, mentre Ettore Scola parla di “cinecidio premeditato”. A coronamento di questa giornata di protesta, ieri sera durante la terza seguitissima puntata di Vieni via con me, Luca Zingaretti ha letto un elenco inedito di Andrea Camilleri sui “motivi per cui con la cultura si mangia”.
E se il Capo dello Stato Giorgio Napolitano avverte che non è attraverso la “mortificazione della cultura” che si risana il bilancio, anche il ministro della Cultura Sandro Bondi ammette che l’iniziativa di ieri parte da presupposti giusti: “Non posso non comprendere le ragioni della protesta del mondo dello spettacolo che, nonostante certe strumentalizzazioni politiche, pongono problemi reali. Ribadisco il mio impegno a ottenere la proroga degli incentivi fiscali a favore del cinema”. Aderisce ufficialmente alla protesta, invece, il centrosinistra. Alessia Forgione