Il primo rapporto dell’Ufficio internazionale del lavoro (Ilo) sulla sicurezza sociale nel mondo evidenzia i gravi ritardi del sud del mondo, e in particolare dell’Africa sub-sahariana, su pensioni, contributi previdenziali e assicurazione contro gli infortuni.
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«Nei paesi ad alto reddito, il 75% della popolazione dai 65 anni in su riceve una qualche forma di pensione, mentre nei paesi a basso reddito meno del 20% delle persone anziane gode di prestazioni pensionistiche».
E ancora: «Nel mondo, circa il 40% della popolazione in età lavorativa è coperto per legge da contributi pensionistici. Nell’America del Nord e in Europa, la percentuale equivale quasi al doppio di questa cifra, mentre in Africa meno di un terzo della popolazione in età lavorativa è coperta, almeno legalmente. La copertura effettiva è di gran lunga inferiore alla copertura legale. Nell’Africa sub-sahariana solo il 5% della popolazione in età lavorativa è effettivamente coperta da contributi pensionistici, mentre questa percentuale è pari al 20% in Asia, Medio Oriente e Nord Africa».
Sono informazioni contenute nel primo rapporto dell’Ufficio internazionale del lavoro (Ilo) sulla sicurezza sociale nel mondo. Il rapporto World Social Security Report 2010-2011: Providing coverage in times of crisis and beyond (“Rapporto 2010-2011 sulla sicurezza sociale nel mondo: garantire una copertura sociale in tempo di crisi e oltre”), il primo di una serie di rapporti che saranno pubblicati ogni due anni, analizza i divari nell’accesso ai programmi di sicurezza sociale riguardanti le cure mediche, le pensioni, l’assistenza sociale e le indennità di disoccupazione. Inoltre, lo studio rileva che nel mondo la maggior parte delle persone in età lavorativa, insieme alle loro famiglie, non gode di un accesso effettivo a sistemi di protezione sociale universali.
Lo studio mette anche in evidenza che «meno del 30% della popolazione mondiale in età lavorativa è coperta per legge da un’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Tuttavia, esistono grandi differenze a livello regionale in termini di copertura legale». E inoltre che «nei paesi a basso reddito, nelle aree rurali non più del 35% delle donne ha accesso a dei servizi sanitari professionali, mentre nelle aree urbane il tasso di accesso raggiunge circa il 70%. Tuttavia, si tratta comunque di oltre 20 punti percentuali in meno rispetto al tasso dei paesi ad alto reddito».
Secondo il direttore generale dell’Ilo, Juan Somavia, «il rapporto mostra come, oggi più che mai, considerata la crisi economica, sia urgente garantire un’adeguata copertura sociale a tutti, a partire da un sistema di protezione sociale di base, così come definito nel Patto globale per l’occupazione dell’Ilo».