Di Vera Iafrate
Anzio- Piazza Lavinia
Nel pieno del centro cittadino, proprio davanti ad una Chiesa Francescana, vive Carlo, un senzatetto di origine Romena. Una coperta gettata in terra, due giubbotti, indossati l’uno sull’altro, una piccola radio accesa, una sedia e un bastone. Per riparo soltanto la chioma frondosa di un albero. Tutto intorno è vuoto, tutto intorno è piazza, è movimento, è gente.
Magro e scarno, perennemente scalzo e sporco, passa le giornate ( afose e torride in estate, gelide e bagnate in inverno)ad ingurgitare litri di birra e Tavernello.
Come tutti gli alcolisti Carlo alterna rari momenti di lucidità, in cui risulta perfino gentile, a quelle in cui esplode in reazioni aggressive e incontrollate. Urla e ingiurie vengono rivolte a chiunque gli passi davanti, mentre le sue mani fanno volteggiare pericolosamente lunghi e robusti bastoni, pronti a colpire. Il tutto diviene ancora più pericoloso soprattutto perché il suo bastone è già “caduto” sulla testa di un adolescente, causando trauma cranico e richiedendo l’intervento immediato di punti di sutura.
L’uomo di etnia romena, senza documenti, è completamente abbandonato da tutti, in primis dai Servizi Sociali che dichiarano: “ Non accetta di venire con noi, quindi non possiamo fare nulla”; dall’ Amministrazione che afferma “Ci devono pensare i Carbinieri”; dalla Pro-Loco e dal Consorzio i cui rappresentanti si lamentano ma non intervengono in nulla; dalle Forze dell’Ordine che intervenute più volte “hanno le mani legate”; dal Parroco che dichiara: “ gli nego il riparo perché sporca tutto e non pulisce” e infine dalla cittadinanza che lavandosi la coscienza, con una buona dose di buonismo,“dona” lui vino, birra, un po’ di cibo e qualche euro.
A nessuno importa di Carlo e della sua storia. A nessuno importa di un uomo lasciato alla mercé dell’alcool e della disperazione.
Questo è solo buonismo e durante le festività natalizie si è peggiorato. Infatti Carlo ha una vasodilatazione eccessiva e sta rischiando di morire lì da solo, su quella sedia, al freddo, i suoi piedi sono neri, il suo volto sempre più pallido.
La solidarietà non è dare soldi o bottiglie, la solidarietà è garantire il rispetto dei diritti umani. Questo “pezzo” non è altro che una profonda denuncia dello stato vergognoso e decadente, in cui Anzio, il comune “Bandiera Blu”, il comune della “regata del cuore”, il comune impegnato nello sviluppo del turismo, nell’aumento demografico e nella realizzazione del porto, permette ad un uomo di vivere in strada, senza alcuna traccia di rispetto dei diritti e della dignità umana,
Ma intanto davanti a lui sfilano i fedeli in Processione, si realizza la festa del Santo Natale, si va in Chiesa, si passeggia, si accendono le luminarie e ci si prepara a brindare per il nuovo anno. Carlo di sicuro avrà la sua bottiglia di spumante, d’altronde è questo il buonismo di fine anno.