Rosse come il peccato. Rosse come il sangue. Rosse come la passione di un amore che forse non arriverà mai più. Sole in strada, buttate su di un marciapiede, negli stivali col tacco a spillo, nelle minigonne vertiginose, nelle pose oscene, perse. Sono loro, l’esercito delle prostitute. Sembrano bambole usate e gettate via, e i capelli lunghi, pallido ricordo di un tempo diverso,di una fanciullezza bruciata in fretta, sembrano nasconderle. Ho un senso di ribrezzo, ma poi guardo sotto quella frangia lunga gli occhi e scopro la fanciulla. Non riesco più a vederle come squallide adescatrici sporche e untrici. Dietro tutto vedo una donna. Vedo il dolore. Vedo la sofferenza e la schiavitù a cui è costretta. E’ una donna, come me. E’ una giovane ragazza, più piccola di me. E proprio in base a questa riflessione, comune anche a molti uomini che nasce l’idea-provocazione di “Patto Locale” : donare, l’8 Marzo, una rossa rossa ad ogni prostituta di via Salaria.
La notizia ci fa sobbalzare sulla sedia e dopo un primo momento di confusione e anche un po’ di derisione ci soffermiamo a pensare. Solo provocazione o un fondamentale messaggio sociale?
Per questo abbiamo voluto subito intervistare il promotore dell’iniziativa, il dott. Michelangelo Letizia, Sociologo e da sempre attivo nella denuncia del degrado socio-culturale.
– Dott. Letizia, rose alle prostitute, un’iniziativa di notevole impatto per la Capitale, come nasce l’idea?
“Noi di Patto Locale abbiamo voluto dare uno scossone a questa piaga sociale che per i cittadini romani è fonte di disagio e degrado. Così, abbiamo pensato che l’unico modo era dare uno scossone, attirare l’attenzione e farlo in modo elegante, con un fiore.”
– Sarà un evento molto discusso, cosa vi aspettate?
“ Sappiamo che attireremo un vespaio di polemiche ma è un’azione fortemente voluta. Un atto di protesta. Non si può più accettare che la situazione delle “lucciole” sia gestita così grossolanamente. Non si può assolutamente accettare che donne, molte delle quali giovanissime, siano lasciate in uno stato di totale schiavitù, costrette all’attività del meretricio. Noi infatti non crediamo che siano realmente ragazze che vogliono “sbarcare il lunario” con 5 mila euro al mese, come gli ultimi sondaggi evidenziano, ma riteniamo che siano le nuove schiave che tutti vedono ma nessuno guarda. E l’indifferenza uccide le persone mentre fa proliferare lucciole in strada.”
– Le ultime politiche cittadine hanno però cercato di eliminare il fenomeno
“ Si ma le politiche adottate non hanno riscosso grande successo. Le prostitute dovrebbero essere abbigliate in jeans e giubbotto e invece sono all’orlo della strada svestite e altamente seducenti; dovrebbero non adescare e invece ammiccano e adescano senza sosta; si è proibito alle auto la possibilità di accostarsi e contrattare prestazioni sessuali, ma questo avviene costantemente. A nostro avviso il fenomeno è stato marginalizzato ma in bassissima percentuale. Si deve far qualcosa”
– E’ dunque questo il vostro messaggio: dialogare?
“Per attirare l’attenzione, si. Un invito al dialogo. Il nostro messaggio è chiaro: la politica risolve i problemi quando usa il dialogo, il confronto e l’informazione. E anche perché riteniamo che l’unico modo oltre ad avere un pugno di ferro contro chi le sfrutta, è il dialogo. Noi di Patto Locale riteniamo che questo sia alla base dei rapporti umani. E’ solo con il dialogo che si può modificare qualcosa, recuperare queste ragazze perdute.”
– Perché avete scelto di regalar loro una rosa?
“Ogni donna è un fiore da coltivare con amore nel giardino della vita. Porgere un fiore a una giovane donna confusa dai drammi della sua esistenza è un primo passo verso un cammino di crescita. E allora che Buona Festa della Donna sia davvero per tutte quante anche per le più emarginate e ghettizzate”
La rosa è considerata universalmente il simbolo delle cose da non rivelare se non con discrezione e, in particolar modo, la rosa rossa significa Rispetto e Coraggio: il Rispetto che loro devono a se stesse e il Coraggio che devono trovare per denunciare i loro aguzzini.
Vera Iafrate