Prima il timore, poi la sorpresa ed infine un sorriso velato da una patina di incredulità. Sono queste le reazioni che hanno accolto l’evento ‘Una rosa alle prostitute’ svolto martedì 8 marzo su iniziativa del movimento ‘Patto Locale’. Un viaggio notturno sulla via Salaria, gentilmente scortati per motivi di sicurezza, in prossimità dell’ingresso alla capitale, zona in cui vive, agli argini della strada ed ai margini della società, il popolo delle donne notturne, concreti fantasmi di una realtà che spesso è meglio non vedere.
L’iniziativa ha voluto rappresentare un deciso atto di protesta contro il disagio e soprattutto contro lo sfruttamento, ma anche l’apertura di un dialogo: “Abbiamo voluto donare un sorriso a chi vive una situazione sociale profondamente drammatica”, commenta Michelangelo Letizia, fondatore del movimento. Giovani, inevitabilmente appariscenti e tutte straniere, le ragazze hanno accolto le rose con uno sguardo di ringraziamento. “Questa non è certo una vita che mi piace –ha detto Sara (il nome è di pura fantasia) con il suo incerto accento italiano- e non vorrei mai che la mia famiglia sapesse quello che faccio qui per vivere. Ho 31 anni e è tanto che sto qui, ma ho deciso che a dicembre me ne vado”. Alla sua affermazione, che sembra quasi un atto di ‘giustificazione’, di fronte ad un gesto di gentilezza, non resta che rispondere “In bocca al lupo”. E lei, stringendo la rosa in mano, conferma, quasi a convincere più se stessa che gli altri: “Sì, a dicembre me ne vado”. La pelle emaciata dal freddo, il viso pallido, le mani che tremano, uno sguardo che sembra aver perso qualunque emozione, le donne, o meglio le ragazze del marciapiede, hanno ricevuto delle rose e sembravano aver ottenuto diamanti. Perché loro, nonostante la nostra forzata indifferenza, ci sono. Eccome se ci sono. Spiacevoli per alcuni, indecenti per altri, ma comunque presenti, con le loro esibite nudità e la loro aria di sfida ed arroganza che cade al manifestarsi di un gesto di cordialità. La data dell’8 marzo dovrebbe rappresentare nella memoria collettiva, una giornata da dedicare alle riflessioni su tematiche importanti inerenti il mondo delle donne: quello della prostituzione, per ‘Patto Locale’, è una di esse. Iniziare con lo stabilire un dialogo con loro è stato il primo atto di protesta sì, ma anche di apertura e di riconoscimento di una realtà profondamente concreta e drammatica.
Daniela Paties Montagner