Pola, citta’ resa magnifica dai romani, amata dai veneziani e dagli asburgo, abitata ed abbandonata dagli italiani e poi occupata dagli jugoslavi.
Questa citta’ che conserva ancora le antiche vestigia romane, ebbe molte vicissitudini storiche.
Alla fine della Prima guerra mondiale Pola passo’ sotto la sovranita’ italiana sino al 1943, divenendo una delle province della Venezia Giulia. Poi fu soggiogata da una serie di accadimenti dovuti alla Seconda guerra mondiale: l’occupazione tedesca, successivamente quelle delle milizie di Tito, quindi quella delle truppe alleate, mentre il resto dell’Istria fu assegnato all’occupazione jugoslava. Nel 1946, alla Conferenza di Parigi, sia l’Istria che Pola furono annesse alla jugoslavia ed inizio’ cosi’ il grande esodo. A quel tempo Pola contava poco piu’ di 30mila abitanti , ed oltre 25mila lasciarono la citta’, portando con se’ cio’ che fu possibile, ma dovettero abbandonare la maggior parte dei loro beni e proprietà immobiliari. Nel 1947, quando il trattato di pace entro in vigore, Pola era poco piu’ che una città fantasma, popolata da poco piu’ che qualche migliaio di persone. L’allora governo di belgrado la ripopolo’ con slavi provenienti da tutte le parti del Paese.
Oggigiorno gli abitanti di “Pula” sono per oltre l’80% di lingua craota e solo per il 5% di lingua italiana.
Pola, Pula in croato, citta’ annessa all’impero romano ai tempi di Augusto e Vespasiano, che la resero importante e magnificente, con il suo anfiteatro affacciato sul mare ed i suoi monumenti pare una “piccola” Roma.
In quest’arena , hanno cantato i piu’ grandi cantanti tra i quali anche il nostro Luciano Pavarotti ; ed e’ anche sede da quasi 60 anni del Pola Film Festival, che dal 2004 e’ diventato sempre piu’ famoso sino ad acquisire risonanza internazionale.
Nel 1984 sono iniziati i primi restauri che hanno “malauguratamente “ contaminato la struttura originaria di questo teatro all’aperto ; i pesanti lavori hanno portato alla perforazione dei muri maestri ed a restauri con pietra troppo chiara rispetto a quella originale. Si e’ intervenuto forse in modo troppo invasivo su strutture millenarie ,andando a creare un nuovo format troppo moderno e rivolto al business .
Sono stati creati degli spazi dedicati alla biglietteria ed alla libreria, ed addirittura ad un night club, che pareva addirittura mal frequentato. Oggigiorno il night club non c’e’ piu’ ed e’ stato sostituito da un grande spazio espositivo.
Restano putroppo pero’ gli interventi e le modifiche che sono cosi evidenti, da impedire che questo “colosseo” romano , impropriamente “profanato” venisse inserito nella lista dell’Unesco dei “patrimoni dell’umanita”.
Daniela Paties Montagner