Roma – Il cantiere è stato aperto a fine aprile su decisione dell’amministrazione comunale. Un monumento in memoria di Francesco Cecchin, giovane estremista di destra vittima degli anni di piombo, morto il 16 giugno 1979 dopo 19 giorni di coma. Le circostanze non sono mai state chiarite. Il ragazzo, poco più che diciottenne, venne inseguito da alcuni elementi di sinistra in seguito a una lite per attacchinaggio di manifesti. Fu ritrovato agonizzante in un cortile di via Montebuono, dove c’è già una targa che lo ricorda. L’unico imputato, Stefano Marozzi, venne assolto ma la questione del possibile omicidio rimase aperta e Cecchin è diventato una specie di mito per la destra capitolina, che molto si è battuta affinché piazza Vescovio fosse intitolata a lui.
Un cartello che spiega la ragione dei lavori è comparso solo questa mattina, seguito da un comunicato congiunto dell’assessore ai lavori pubblici Fabrizio Ghera e della presidente del II Municipio Sara De Angelis, che si limita però ad annunciare la “riqualificazione dello square centrale”. Soltanto in fondo compare la notizia più importante: “Nel quadro generale dei lavori è prevista anche la collocazione di un monumento commemorativo in ricordo della scomparsa del giovane Francesco Cecchin”. La questione prende le mosse da un annuncio di Alemanno di qualche anno fa, e da una delibera della Giunta comunale (la 315 del 14 ottobre del 2009) che, oltretutto, non è mai stata esaminata dal Municipio e che si limitava all’intitolazione dell’area centrale della piazza a “Francesco Cecchin, vittima della violenza politica”, senza cenno alcuno a un monumento commemorativo.
Il presidente della sezione Anpi del II Municipio, Mario Bottazzi, si mostra perplesso: “Noi siamo per la ricostruzione di un percorso della memoria condiviso. Qui, invece, si fa piombare un’intitolazione unilaterale legata a una vicenda terribile ma mai elaborata e discussa nel Municipio e senza che ci sia stato un confronto. Siamo preoccupati per la recrudescenza di una certa violenza politica anche in questa zona. Forse sarebbe bene che il sindaco ci ripensasse. Quel muretto, secondo me, andrebbe intitolato a tutte le vittime della violenza politica di qualsiasi parte”. E’ dello stesso parere anche Paolo Masini, consigliere comunale del Pd: “Un’iniziativa decisamente poco opportuna e, a quanto vedo, anche priva di una copertura amministrativa. Noi abbiamo promosso una delibera bipartizan sugli anni di piombo che deve vedere il coinvolgimento delle famiglie delle vittime”. Favorevole alla decisione presa è invece il consigliere comunale del Pdl, Federico Guidi, secondo il quale “la riqualificazione in corso di piazza Vescovio offre alla città la possibilità di sistemare un altro tassello della memoria bruciata degli anni di piombo. Con la prevista collocazione del monumento alla memoria di Francesco Cecchin si rende omaggio ad uno dei tanti ragazzi di destra caduti nella follia degli anni di piombo. Un omaggio che non ci fa dimenticare quel desiderio di giustizia che ancora oggi manca”. Alessia Forgione