ROMA – Dopo l’esplosione della bomba a Oslo, davanti al palazzo del governo, e la sparatoria senza fine nell’isolotto di Utoya, la Norvegia si è sentita stordita, minacciata, incredula.
Il colpevole, un certo Anders Behring Breivik, ha giustificato il suo atto con parole che rimandano all’ideologia dell’estrema destra e ad un partecipato anti islamismo. Idee piuttosto diffuse nel Nord Europa, purtroppo, che lasciano presagire una sofferenza e un rifiuto verso la diversità, che puntano sull’odio piuttosto che sul rispetto, che diventano terrorismo simile a quello praticato dai “nemici”. Solo che Anders non ha “avuto il coraggio di uccidersi” e ha preferito andare in prigione.
Ora le persone sono infuriate e si battono perché il suo crimine venga considerato “contro l’umanità”: in questo modo la sua pena sarebbe di 30 anni, da scontare in carcere.
Proprio in questo mese e fino al 14 agosto 2011, il museo Macro Testaccio propone i lavori di uno degli studi norvegesi di architettura più famoso al mondo, che si chiama Snøhetta, creato più di 20 anni fa ad Oslo da tre norvegesi, un americano, un austriaco e che oggi conta 120 architetti.
Macro Testaccio propone i disegni, le fotografie e i filmati dei progetti dello studio, che vanno dalla Biblioteca di Alessandria d’Egitto al Padiglione del Memoriale dell’11 settembre a New York, fino all’Opera House di Oslo. C’è anche un tavolo interattivo che presenta ai visitatori i progetti in corso dello studio.
Alla Norvegia auguriamo di poter “risalire la vetta”, proprio come dice il nome dello studio, che si rifà ad una delle cime norvegesi più alte.
La mostra si trova al Macro Testaccio, Padiglione 9B, in piazza Orazio Giustiniani, 4.
L’ingresso è libero, dal martedì alla domenica, dalle 16 alle 24. Viviana Lucca