L’esigenza di un risveglio
Accostandoci alla Dottrina sociale della Chiesa , troviamo in essa tante risposte fondamentali alle molteplici domande che in questo tempo ci coinvolgono come persone ma soprattutto come cattolici impegnati ad arginare questo vuoto esistenziale, che si traduce spesso in comportamenti che minano sempre di più l’equilibrio del Paese. L’insegnamento del Concilio Vaticano II può aiutarci in questo tempo di riflessione sulle varie emergenze e in modo particolare sul ruolo dei laici, che fin troppo sono rimasti spettatori di uno scenario inquietante risultato di continui compromessi fino ad arrivare al non rispetto del valore della persona. A proposito dei laici leggiamo alcune righe tratte dalla Lumen Gentium (LG) cercando di tradurle in “buone pratiche” in questo tempo di esigente risveglio.
“Il Signore infatti desidera estendere il suo regno anche per mezzo dei fedeli laici: i1 suo regno che è regno “di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace” e in questo regno anche le stesse creature saranno liberate dalla schiavitù della corruzione per partecipare alla gloriosa libertà dei figli di Dio (cfr. Rm 8,21). Grande veramente è la promessa, grande il comandamento dato ai discepoli: “Tutto è vostro, ma voi siete di Cristo, e Cristo è di Dio” (1 Cor 3,23).” LG n°36
“Inoltre i laici, anche consociando le forze, risanino le istituzioni e le condizioni del mondo, se ve ne siano che provocano al peccato, così che tutte siano rese conformi alle norme della giustizia e, anziché ostacolare, favoriscano l’esercizio delle virtù. Così agendo impregneranno di valore morale la cultura e le opere umane. In questo modo il campo del mondo si trova meglio preparato per accogliere il seme della parola divina, e insieme le porte della Chiesa si aprono più larghe, per permettere che l’annunzio della pace entri nel mondo//…// ricordandosi che in ogni cosa temporale devono essere guidati dalla coscienza cristiana, poiché nessuna attività umana, neanche nelle cose temporali, può essere sottratta al comando di Dio.” LG n°36
VALORI UNIVERSALI PERCHÉ CREATORI DI BENE PER TUTTI
Due brani tratti dall’Enciclica LG che sembrano scontrarsi con la dura realtà di questo tempo. Deficit, debito pubblico, corruzione, illegalità, malaffare, tutto un quadro la cui cornice sembra essere scolpita dallo scadere di responsabilità sempre più spesso attribuite ad altri. Ognuno,a cominciare dai partiti, dagli uomini delle istituzioni, tranne quelli seri, dalla gente di spettacolo, dai media, sembra godere nel ripescare nel torbido di questo Paese, non certo per collaborare a una rinascita morale e civile, bensì per dar luogo a sfoghi inconcludenti, che non giovano a nessuno, anzi concorrono in modo vincente alla denigrazione dell’Italia e degli italiani. Come uscire fuori da questa stagnazione culturale, morale ed etica del Paese?
L’invito del primo brano è quello di riconquistare, come uomini di buona volontà, il ruolo di collaboratori di un disegno di redenzione che inizia già su questa terra. I laici impegnati nel sociale e nella politica sono chiamati a testimoniare la bellezza della libertà dei figli di Dio, tenendo a mente molto bene che ci si potrà liberare dalla corruzione, dalla schiavitù del proprio tornaconto se tornerà ad essere praticata la verità, la giustizia, l’amore e la pace.
Questi valori universali per il bene di tutti, che assumono un carattere di priorità vissuta quando si parla dei cattolici, sono alla base di ogni impegno, in modo particolare in quello sociale e politico. Ma oggi l’opinione pubblica è stanca di ascoltare solo retorica, ha bisogno di riconquistare fiducia nelle istituzioni e in quanti vogliono reinvestire, in termini di economia sociale e spirituale, in una cultura del vero bene comune. I giovani hanno bisogno di modelli autorevoli ai quali far riferimento, non lasciamoli soli in balia di falsi costumi, dove il nulla proposto da certi spettacoli diventa stile di vita che li addormenta sul vero senso della vita. Giovanni Paolo II aveva colto molto bene l’esigenza di puntare sui giovani e sulla loro ricchezza d’animo e apertura al futuro, così da organizzare appuntamenti mondiali per loro, come la GMG.
Nel secondo testo cogliamo l’esaltazione di una vita spesa per il bene delle istituzioni e del mondo. Anche qui i cattolici non possono fare la parte ancora degli addormentati, come se intorno a loro non accadesse nulla per risvegliarsi appena la Chiesa cerca di smuovere le coscienze e per ricadere un’altra volta in un sonno profondo, dopo aver ricostruito paletti divisori tra cose temporali e cose spirituali. Don Luigi Sturzo certamente la pensava diversamente sul ruolo dei cattolici nella vita politica: “chi si impegna nel sociale è un cattolico praticante, con una ricca e centrale vita spirituale, fedele al Magistero della Chiesa e missionario dovunque, anche al Parlamento” (dal testo di Salvo Millesoli, Don Sturzo, La carità politica, Ed. Paoline).
RIPARTIAMO DA MOTIVAZIONI AUTENTICHE
CONIUGANDO LA DIMENSIONE TEMPORALE CON QUELLA SPIRITUALE.
Non dobbiamo peccare più di omissioni, lasciamoci di nuovo guidare dalla nostra coscienza, che non è più ascoltata perché frastornati dai tanti messaggi urlanti di un mondo a caccia dell’effimero. Le nostre istituzioni, la vita politica in genere non possono prescindere a una riflessione permanente su ciò che è bene e ciò che è male, dialogando tra le parti per dar luogo ad un dibattito che punti al solo bene della collettività.
“Tramite la coscienza si fa conoscere in modo mirabile quella legge che trova il compimento nell’amore di Dio e del prossimo. Nella fedeltà alla coscienza i cristiani si uniscono agli altri uomini per cercare la verità e per risolvere secondo verità tanti problemi morali, che sorgono tanto nella vita dei singoli quanto in quella sociale” GS n°16.
Quella stessa coscienza che a tutti parla, ma a certi uomini parla più forte perché come responsabili di posti autorevoli e di comando sono più soggetti alle lusinghe del Principe di questo mondo, il quale non pensa due volte a tentare il cuore umano, l’ha fatto anche con Gesù, facendo decadere, per esempio nei fenomeni di corruzione,il valore alto della politica intesa come servizio per il bene del Paese.
Torniamo come italiani a non avere paura del futuro e cerchiamo di uscire dalla mancanza di fiducia verso gli altri visti come competitori o nemici, verso le istituzioni, pur condannando coloro che le insidiano e ripartiamo da motivazioni autentiche che attingono nella volontà di coniugare la dimensione temporale alla dimensione spirituale, tutte e due ben distinte ma non separabili per un credente.
Dopo questa presa di coscienza lasciamo che questa consapevolezza si traduca in azione riparativa, soprattutto da parte dei cattolici, come risposta ad un silenzio dovuto alla loro dispersione in tanti rivoli (partiti) che apparentemente dietro un’accoglienza disinteressata hanno preteso la loro “modernizzazione” contro la difesa di quei principi definiti non negoziabili . Certo non possiamo affermare che questa conversione ideale non comporti un certo sacrificio, almeno nell’opera di risveglio delle coscienze. Sacrificio che un tempo è diventato martirio per tante persone.
Luca Diotallevi, nel suo libro “L’ultima chance”, parla di bisogno di una generazione nuova di cattolici impegnati “Una generazione nuova di uomini e di donne, che hanno qualche possibilità di partecipare a una iniziativa politica riformista capace di successo, capace dunque di cercare e costruire un’alleanza politica con riformismi di altre ispirazioni, l’eredità viva del popolarismo può essere il motivo ispiratore. Di tutto questo si può dire che è possibile. Forse, anzi, è ora”.
Mi piace terminare con il pensiero di Luca Diotallevi che stimo profondamente e che inviterei a conoscere ITALIANI LIBERI E FORTI: un sogno, un’idea, una necessità di tanti cattolici autentici che hanno accolto la sfida di rompere il silenzio, di passare dalle tante tavole rotonde, se pur importanti, alla realizzazione di un progetto che, servendo il Signore per il bene comune, è diventato realtà.
Eleonora Mosti
http://www.ilef.it/l-esigenza-di-un-risveglio.html