Roma – Si è aperta il 9 marzo la mostra “Dalì. Un artista, un genio”, ospitata dal complesso del Vittoriano fino al 1° luglio 2012. Dopo quasi 60 anni dall’ultima retrospettiva, torna nella capitale una grande esposizione dedicata alla personalità artistica che, più di tutti, ha incarnato il movimento surrealista e innovato la pittura contemporanea, pur restando inverosimilmente figlio della tradizione: 103 opere tra disegni, acquarelli, olii del grande maestro spagnolo, ispiratore dei Beatles, per indagare sul suo rapporto con il “Bel paese”, attraverso capolavori e materiale mai visti prima, e sull’influenza esercitata su di lui dall’arte e dalla cultura italiane, da Raffaello a Michelangelo a Visconti e Fellini.
Salvador Dalì (Figueres, 11 maggio 1904 – Figueres, 23 gennaio 1989), marchese di Pùbol, è stato un artista impossibile da definire e straordinariamente eclettico: pittore, scultore, scrittore, cineasta e designer visionario; ossessivo, tirchio, innamorato di Picasso, cattolico e cultore degli scarti organici. La sua stravagante personalità conteneva tutto e il suo contrario, il suo pensiero era un vortice di affermazioni e negazioni, di demoni e santi (alcuni dei suoi aforismi sono raccolti nel libro di Castelvecchi, “La droga sono io”). L’arte, la vita e il pensiero di questo grande maestro, inventore del logo “Chupa Chups”, possono essere riassunti in una sola, significativa, frase: “Il surrealismo sono io”. Alessia Forgione