Roma – Scorrendo, come (quasi) ogni mattina, i titoli di “Repubblica”, pratica che la mia coscienza sociale mi impone per tenermi aggiornata su ciò che accade nel nostro Paese, uno di questi titoli mi ha fatto particolarmente riflettere: “Testi universitari fotocopiati. 20 denunce e decine di sequestri”.
Come appare abbastanza chiaro già dal titolo, l’articolo, di cui non viene esplicitato l’autore, ci informa di un vasto piano di controlli nelle varie copisterie situate nei pressi dei diversi atenei della Capitale, che ha portato al sequestro, da parte dei finanzieri del comando provinciale di Roma, di vari personal computer e supporti di memoria e all’arresto di venti persone per violazione alla normativa sul diritto d’autore. Queste persone mettevano in vendita interi volumi universitari già fotocopiati e opere letterarie scansionate. Posto il fatto che sia assolutamente condannabile un’attività illecita di questo tipo, ritengo che ciò debba portarci a riflettere su una questione ben più grande: l’esorbitante costo dei testi universitari. Non è chiaro se queste tipografie e copisterie vendessero i volumi fotocopiati alla metà del loro prezzo reale o se li vendessero a prezzo pieno (nel qual caso il loro gesto sarebbe ancora più esecrabile), ma fatto sta che da sempre gli studenti universitari preparano gli esami sulle fotocopie dei testi con lo scopo principale di risparmiare sul prezzo dei libri. In Università come medicina o architettura i libri di testo arrivano a costare anche 100 euro (e più), e docenti universitari che costringono gli studenti a studiare su testi scritti da loro obbligandoli a pagarli anche 50 o 60 euro, a mio avviso, non sono certo meno deprecabili di quelle venti persone arrestate dalla Finanza.
In quanto studentessa, durante tutta la mia carriera universitaria, che si è conclusa soltanto una quindicina di giorni fa, ho sempre condannato questo particolare aspetto dell’ambiente accademico: costringere giovani studenti che dovrebbero godere del diritto allo studio e all’istruzione, e che spesso lavorano per potersi permettere questo privilegio, di spendere cifre enormi il più delle volte per procurarsi i testi universitari necessari. Alessia Forgione