Da un’adolescenza tormentata all’uso sfrenato del proprio corpo, dalla ‘vita’ ai films porno.
Se l’esibizionismo era l’unico modo di esprimersi, oggi la conversione «per amore»/
Non sarà più l’oggetto dei desideri proibiti di migliaia di fans desiderosi di rivederla davanti a una macchina da presa. Certo è che non bisogna mai giudicare le persone prima di conoscerle. Questo è il caso della signorina Grande, in arte Noemi Blonde, nota pornostar che ha girato eccitanti films con attori del calibro di Rocco Siffredi, Fausto Moreno e Asia D’Argento. La sua voce è dolce e suadente, il suo corpo è bello come il dipinto di un artista. A tutt’oggi si mostra nelle foto su internet radiosa e provocante, come mamma l’ha fatta potremo dire – o quasi – visto che Noemi, prima di essere donna era un semplicissimo ragazzo nato a Pozzuoli ventisette anni fa’. Una trans insomma, anche se lei preferisce non ribadirlo, quasi vorrebbe nasconderlo. Si rivela in una lunga intervista ai cronisti di Paeseroma.it, ai quali racconta tutta la sua storia, non mancando di far trapelare quella dolcezza che sicuramente è il tratto contraddistintivo della sua personalità.
Trasferita inizialmente a Roma quando aveva dieci anni, con la sua famiglia , dopo che quest’ultima tornava a Pozzuoli, lei si trasferiva a Viterbo da uno zio. Ha studiato lì presso un liceo linguistico, poi si è diplomata in seguito– da privatista – a Napoli al conservatorio di pianoforte San Pietro a Maiella. «Ero bravissima a suonare il pianoforte. Sono però sette anni che non suono perché non ho avuto più il piano a casa, visti anche i miei frequenti cambi di residenza. Ero sempre in affitto fino a due anni fa’ e cambiavo casa almeno una volta l’anno». La musica rimane comunque una delle sue grandi passioni. Ci mostra persino uno spartito musicale con un’opera di Chopin che lei suonava e le è rimasta nel cuore.
Lo strumento vero e proprio che l’ha resa però famosa, è stato il suo corpo. E non solo famosa, anche completamente indipendente economicamente, visto che per tre anni Noemi ha fatto la prostituta qui a Roma. Una seducente transessuale che riceveva quotidianamente nel suo appartamento più di venti clienti al giorno.
Tre anni di prostituzione in attivo, sul bilancio della tua vita: cosa ti hanno lasciato nel tuo intimo psicologico?
«Non rinnego quello che ho fatto, perché economicamente parlando, la prostituzione mi ha reso la persona che sono oggi. Mi ha reso indipendente. Me la sono cavata sempre da sola. Non mi pento quindi di ciò che ho fatto. Purtroppo è vero che interiormente mi ha lasciato un vuoto. Perché quando conosci una persona, un ragazzo del quale ti innamori, inizialmente il sesso non si trasforma subito in amore e lo fai in maniera meccanica. Ho frequentato e voluto bene a due ragazzi durante il periodo nel quale mi vendevo e loro sapevano comunque tutto». Non vivevi una sorta di sdoppiamento di ruoli? Escort e amante? «Si la vivevo male. Sono stata innamorata profondamente solo di uno di questi due ragazzi, io sapevo che lui soffriva, ma dovevo continuare a vendermi per motivi economici. Io sono come un robot: quando devo esibirmi o fare sesso con un cliente ho indossato e indosso tutt’oggi una maschera, che non sono io. Io non provo nulla, non provo emozioni, faccio finta di godere, è una cosa meccanica». Ma nel tuo, ormai ex, lavoro ci sarà pure stato un aspetto che ti rendeva un po’ mamma verso i clienti, che ti calava nella missione di farli stare bene? «Sono molto finta in questo io, ma al contempo non li giudico perché sono venuti da me. C’è stato anche chi si è innamorato, ma subito l’ho allontanato e non lo vedevo più neanche come cliente. Non mi è piaciuto proprio avere rapporti extra con queste persone, con le quali ci si è “usati a vicenda”, una volta che questo “gioco” è finito ognuno deve fare la propria vita, io non devo interferire nella loro, ne loro nella mia».
E questo ragazzo del quale ti sei innamorata? Quanto è durata? «Molto poco, sei mesi. Però è stato un rapporto intensissimo, è stato uno che mi ha davvero capita, tutto bello con lui. Poi ci siamo lasciati perché lavorava fuori e dovette partire. Lui mi presentò anche a genitori, parenti e amici. Tutti sapevano che ero un trans, non si è mai fatto problemi e questo aspetto mi gratificava molto, è finita perché doveva partire per una missione militare di un anno. Con lui sono riuscita ad avere un rapporto sessuale d’amore l’ultima volta che lo abbiamo fatto e glie l’ho anche detto». Cosa hai provato? «Ho capito la differenza tra amore e sesso».
In infanzia tu eri un bambino, che ricordi hai di quel periodo?
«Tristi, brutti, neanche un ricordo bello». E com’era il rapporto con i tuoi genitori? «Bruttissimo». Perché? «Io ho sempre saputo fin da piccola di essere ‘Noemi’ e all’età di 13 anni avevo già le idee molto chiare, quindi ho detto ai miei che non mi sentivo un uomo. Inizialmente l’hanno presa male, poi mia madre mi ha capito. Mio padre a tutt’oggi non lo accetta e infatti (10 anni che non ci parlo) non mi ha ancora mai vista nelle sembianze attuali». Sanno del tuo lavoro di spogliarellista, prostituta e pornostar? «Oddio, che dite! La escort non la faccio più da un anno e mezzo, perché mi sono fidanzata e il lavoro da spogliarellista mi permette di guadagnare davvero tanto bene. Se metti un annuncio come escort si possono guadagnare anche 8mila euro al mese. Io lavoravo però solo quando ne avevo bisogno. E’ durata tre anni, il primo anno mettevo circa due annunci a settimana e lavoravo assiduamente perché dovevo comprare casa. Avevo fino a venti rapporti quotidiani con uomini».
Qui parliamo di un ragazzo che aveva capito di essere una donna, e che probabilmente si rendeva conto che la prostituzione era una strada possibile – forse l’unica – almeno in quel frangente, per guadagnare dei soldi.
«Inizialmente ero un ragazzo gay effeminato, mi travestivo solo la sera, perché non avevo ancora completato il mio percorso ormonale e chirurgico – percorso iniziato a vent’ anni – ma le terapie mi hanno aiutato ad addolcirmi e ad essere quello che sono oggi»
Questa trasformazione come l’hai vissuta? «Benissimo»
«Quando sono andata a operarmi al seno ho avuto l’appoggio di mia madre e di mia sorella.
Si trattava comunque di un intervento difficile, precorso dalla terapia ormonale e dalle primissime sedute laser grazie alle quali ho tolto in maniera permanente i peli sul mio corpo. Oggi sono proprio una donna. Gli ormoni ti femminilizzano molto, anche la voce. Ti cresce anche il seno, ma vanno presi sempre sotto prescrizione medica, per evitare effetti indesiderati. Oggi porto una terza di seno e ne vado pienamente soddisfatta, per la forma, perché è a goccia. Il chirurgo è stato bravissimo, perché grazie alle protesi a goccia il seno viene a coppa di champagne.
Sono pienamente soddisfatta del mio corpo, perché anche se c’è qualcuno che può capire ancora oggi che sono una trans – certo io vorrei che non si vedesse – ritengo di essere una donna al cento per cento».
«Ho speso 18mila euro per fare un’operazione a Barcellona per farmi trasformare l’apparato genitale maschile in quello femminile. Ma è venuto perfetto!. Tutto questo a 25 anni. Ho pagato tutto io, anche per questo ho fatto la escort». Ma tu continui a dire escort, perché non prostituta? So bene che dire escort o prostituta può voler dire la stessa cosa, ma secondo me la differenza la fa il target di clienti. A me è capitato di incontrare persone di un certo livello, come politici e calciatori. Dirò di più: non lavoro più come escort anche per questo motivo, prima tutti mi volevano, perché avevo il pisello, ora no. Non volevano che necessariamente gli praticassi un rapporto anale, ma di certo volevano tutti giocare con la parte maschile. Secondo me ci sono due categorie di persone che vanno a trans: chi le cerca apposta e le paga proprio perché vuole l’organo maschile. Poi c’è un’altra categoria: quei ragazzi che cercano la disinibizione tipica della trans, facile da trovare nei locali, in discoteche»
Stai scoprendo piano piano cosa vuol dire essere donna. Lo volevi, lo sentivi dentro, ma forse stai scoprendo cosa vuol dire essere donna a livello sociale. E’ vero o no che ci vuole tempo per adattarsi? E’ una strada lunga? «Si, certo». Come interpreti l’avere gli occhi addosso degli altri quando sei su un autobus o vai a fare la spesa? «Prima pensavo che la gente mi guardasse solo per capire se davvero fossi una trans, poi dei miei amici mi hanno detto che mi guardavano perché ero bella». Tu non hai ancora capito che l’essere donna è un potere e quanto questo sia un potere? «Si, l’ho capito, mi sono resa conto benissimo di questo. Mi è capitato addirittura di essere stata fermata più volte da vigili uomini, mentre ero alla guida e senza cintura, che però non mi hanno fatto mai la multa, tutti ci hanno provato e hanno chiesto il numero di telefono». Ma erano carini almeno? «No, mi sono capitati sempre mostri».
«Quando ci si trasforma da uomo a donna, non vedi l’ora di fare esperienze sessuali con uomini. Da ragazzo non potevo così facilmente. Ho fatto tatto sesso quindi, perché mi piaceva.
Oggi sto subendo un’altra crescita, sto maturando sempre più.
Finchè non stavo con questo ragazzo usavo molto questo potere, perché ero consapevole della mia bellezza fisica. Adesso no, ho capito di voler talmente bene a una persona, tanto da convincermi a lasciare definitivamente questo mondo di esibizioni, anche se ora è l’unica mia fonte di reddito».
«Ho fatto 18 films porno, ma ho deciso di smettere per sempre»
«Ho iniziato a 23 anni, da trans e tutti i films che ho fatto, li ho fatti non operata. Io ho fatto i films porno per soldi e perché comunque sono un’esibizionista, mi piace il sesso e che gli altri mi vedano. Il mio primo pensiero quando approcciai a questo mondo è stato: guadagno dei soldi e in più mi diverto!
Ho avuto contratti con note case di produzione e guadagni di 50mila euro per girare sei films all’anno. Il lavoro però è più duro di quello che sembra. E’ tutto finto, non ti diverti assolutamente, devi girare le scene con chi ha deciso il regista, bello o brutto che sia, uomo o donna che sia o trans». Le protezioni? «Dipende dal regista, con Andrea Nobili si usano sempre perché non è richiesto il test dell’Hiv. Con altre case invece, erano richieste delle analisi e si girava sprotetti». Ma, mentre lo facevi, eri ben cosciente che ci fosse una percentuale di rischio di contrarre malattie? «Si, ero una stupida, ci pensavo poco e mi fidavo delle persone». La cosa più strana che hai fatto in un film? «Ho fatto sesso con una donna, un uomo e una trans, tutti insieme contemporaneamente. Un’uomo preso e violentato – da sceneggiatura – da me e dall’altra trans, poi si aggiungeva anche la donna. A me non sono mai piaciute le donne nella vita reale, ho provato a fare sesso con loro solo nei films, ma mi sono limitata ai preliminari». Il titolo di un tuo celebre film? « ad esempio “Asia e i membri del club”». «Ora faccio la spogliarellista, ma vorrei smettere anche questo». In che locali ti esibisci? «La Svegas, da Gessica Rizzo, Black and White, Diva Futura, etc..».
«Ora sto con una persona che amo e che mi completa in tutto. Il mio ragazzo è più piccolo di me, ha 24 anni, questo è tutto ciò che dirò di lui per mantenere la privacy. Ho smesso di fare films porno e non mi capita più di fare sesso con altri. Non l’ho mai tradito e dirò di più, sto cercando di smettere di lavorare anche nel mondo dello streap. Con il suo aiuto sto cercando di trovare un altro lavoro». Cosa ti piacerebbe fare? «Un lavoro normale, quello che fanno tutte le persone normali. Vedere se la gente avrebbe pregiudizi su di me anche nel caso di una mia vita regolare, perché purtroppo non passo inosservata. Non sono una ragazza volgare, ma mi sento gli occhi addoso di molti uomini».
Quando eri ancora un ragazzo – almeno fisicamente – hai studiato, e poi quali esperienze di lavoro hai avuto? «Call center, cameriere, reception d’albergo. Le persone che incontravo mi hanno sempre trattato bene, ma io mi rompevo le palle di lavorare. La prostituzione mi è sembrata la strada più facile». Oggi che vorresti, in nome della tua nuova vita femminile, magari accanto a questo ragazzo? «Intanto ho lasciato l’hard e la protistuzione. Ora come ora, vorrei un lavoro del tutto normale, vorrei provare a essere una delle tante ragazze ‘normali’ che si svegliano la mattina e vanno a lavorare. Non ho mai sentito il peso del giudizio sociale, ma le invidio perché non vengono viste di cattivo occhio. Io che ho vissuto il sesso 24ore al giorno e sette giorni su sette, non sono quella ‘troia’ che tutti potrebbero immaginare. Ne ho fin sopra i capelli del sesso, non lo cerco, cerco tante altre cose. Tante ragazze che non hanno vissuto il mio ambiente sono molto peggio».
Quanto ti senti in grado di dare amore da uno a dieci? «Undici». E aggiunge « io so dare tanto tanto amore».
Come te la immagini una convivenza? «E’ un passo che faremo a giorni con il mio ragazzo». Pensi mai alla monotonia? «No, perché per me ora smettere con questo ambiente è una scelta vera. Fin da quando ero piccola, il mio sogno era quello del principe azzurro. Se io sto con una persona e la amo e lui è geloso di me, è più importante lui rispetto all’essere esibizionista. Mi piace che lui torni dal lavoro e io gli prepari da mangiare». Sei brava a cucinare? «Si, sono bravissima».
Ma quando invecchia una trans, come invecchia fisicamente e psicologicamente? «Secondo me invecchiano sole, anche io ho tanta paura di rimanere sola».
Perché si rimane soli? «Il giudizio degli altri pesa, non siamo liberi di fare quello che vogliamo». Hai l’angoscia di non piacere più, invecchiando? «In verità ancora non ci ho pensato, per ora non ho angosce di questo genere. Ho paura di stare senza la persona che amo accanto». Ti vuoi sposare? «Si, e anche adottare dei figli. Vorrei avere una mia famiglia».
Senti mai che la la tua profonda influenza che infondi negli uomini, sia un modo per manipolarli e ottenere infondo il loro consenso? «Forse prima l’ho fatto, ma davvero oggi non sfrutto questa mia potenzialità per vivere, purtroppo mi rendo conto che la gente cerca sempre di metterci il lato sessuale». Non è che ti diventa un’ossessione questa cosa nella vita? «Appunto, lo è stata, io vivevo di quello». Ti sei mai sentita sporca? «Si, all’inizio, avevo degli scrupoli, perché non sapevo se le amiche e gli amici mi avessero capito, poi è diventata routine». Ce l’hai un amica? Si, ho un’amica del cuore, è una spogliarellista anche lei.
Se potessi tornare indietro a 10 anni fa e dire una frase a quel ragazzino di pozzuoli, che ancora non ti conosceva così, cosa gli diresti? «Cerca di soffrire di meno perché tutto quanto, poi, si risolverà». Michelangelo LETIZIA