A Pasqua i giornali hanno dato largo spazio al problema del finanziamento dei partiti, per lo più criticando le soluzioni che venivano proposte dal mondo politico. Mario Sechi, direttore de IL TEMPO, nel suo editoriale scriveva:
“I parlamentari sfornano comunicati che oscillano tra il disperato, il comico, il grottesco e il tragico. Il migliore della giornata è stato quello del sen. Lauro (Pdl), che ha la soluzione chiavi in mano del problema: una commissione parlamentare d’inchiesta sui bilanci dei partiti. È come chiedere ai polli di riunirsi e dare un giudizio sulla bontà del curry o dare all’agnello facoltà di deliberare sul pranzo di Pasqua. (….) I partiti cercheranno anche stavolta di architettare una fregatura. Quando compaiono comunicati del Palazzo che riportano la formula ‘serve una risposta alta’, significa che si sta scendendo in basso. Un modesto consiglio da uno che legge cosa scrivono i lettori e sente l’aria che tira nel Paese: non provateci.”
Sullo stesso giornale, Alberto Di Majo – in un articolo dal titolo “Ai partiti 100 milioni” – scriveva:
“Sugli italiani arriva la stangata fiscale, sui partiti una montagna di soldi. Il 31 luglio i movimenti politici otterranno 100 milioni, l’ultima rata dei 503 milioni di rimborsi elettorali per le consultazioni del 2008. Peccato che li spendano in auto di lusso, lauree, viaggi e case. (….) Soltanto per restare in Europa, le Camere di Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna insieme spendono quanto l’Italia. (….) Mal di testa ? Preparate l’aspirina. I partiti hanno incassato più di quanto costerà la riforma del lavoro. (…..) Magna magna ? Massì, tanto che il Senato impegna 40 mila euro all’anno solo per le posate. Sì, per forchette, coltelli e cucchiai. Spariscono ogni anno. Si mangiano pure quelli.”
Sempre su IL TEMPO, Nicola Imberti – in un articolo dal titolo “Nei sondaggi sono tutti giù per terra” – riportava l’opinione di Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing:
“Il bacino elettorale leghista, pur deluso, non si sposterà verso altre forze. Piuttosto potrebbe andare a ingrossare le fila dell’astensionismo, che sino a poco tempo fa si attestava intorno al 30/33%, adesso è al 47/50%. Un bacino di voti appetibili che potrebbero essere conquistati da nuovi partiti che potrebbero nascere.”
Pier Luigi Bersani, intervistato dal CORRIERE DELLA SERA, affermava:
“Per somigliare alle democrazie europee dobbiamo prevedere che la politica sia sostenuta. O ci ribeccheremo un miliardario che suona il piffero e tutti dietro.”
Enzo Carra (Udc), intervistato da AVVENIRE, sosteneva che “il finanziamento privato dei partiti potrebbe essere anche più pericoloso, visti i gruppi di pressione, anche malavitosi, che avrebbero interesse a condizionare la politica.”
Giovanni Pepi, nel suo editoriale su IL GIORNALE DI SICILIA, scriveva:
“Si sostiene che il finanziamento pubblico è necessario, altrimenti la democrazia sarebbe dominata dai ricchi. Non è vero. Un partito forte nelle idee, presente nel territorio, può ben richiedere e ottenere aiuti di ogni genere per libera adesione di enti privati e singoli cittadini.”
È quanto crede con convinzione e lungimiranza ITALIANI LIBERI E FORTI, il primo partito italiano che ha deciso di dire “NO, GRAZIE !” alla possibilità di ottenere soldi dallo Stato per la sua attività politica. E lo stesso cortese rifiuto viene rivolto, cari Bersani e Carra, ai “miliardari con il piffero” e ai “gruppi di pressione, anche malavitosi” con l’importo massimo di 10.000 euro previsto per il contributo dei soci sostenitori di ITALIANI LIBERI E FORTI.
Per risolvere il problema, che oggi tanto appassiona i “mass-media” e quindi l’opinione pubblica, non c’è affatto bisogno (caro Di Pietro) di un referendum abrogativo o (caro Casini) di una nuova legge: è sufficiente che i partiti inseriscano nel loro Statuto un semplice articolo che preveda solo il finanziamento con fondi privati e – per evitare quelli con il piffero o i malavitosi – un modesto limite massimo ai contributi dei soci sostenitori.
Ma siamo certi che questa nostra logica e razionale proposta non sarà accettata da lorsignori, che giudicheranno ITALIANI LIBERI E FORTI come un partito troppo idealista e quindi utopista. Tuttavia siamo anche certi che non sarà questo il giudizio di milioni di elettori, che crederanno nella nostra lucida determinazione di cambiare il modo di fare politica in Italia. Si parte proprio dal problema dei soldi in mano ai partiti e del loro corretto uso.
Cari “mass-media”, non pensate che sia utile anche per voi darci un po’ di spazio? O temete che i soldi della pubblicità elettorale – destinati inevitabilmente a ridursi con l’azzeramento del finanziamento pubblico dei partiti – possano finire tutti in mano a Google o a Facebook?
Giovanni Palladino
Segretario Politico Nazionale
ITALIANI LIBERI E FORTI
“I parlamentari sfornano comunicati che oscillano tra il disperato, il comico, il grottesco e il tragico. Il migliore della giornata è stato quello del sen. Lauro (Pdl), che ha la soluzione chiavi in mano del problema: una commissione parlamentare d’inchiesta sui bilanci dei partiti. È come chiedere ai polli di riunirsi e dare un giudizio sulla bontà del curry o dare all’agnello facoltà di deliberare sul pranzo di Pasqua. (….) I partiti cercheranno anche stavolta di architettare una fregatura. Quando compaiono comunicati del Palazzo che riportano la formula ‘serve una risposta alta’, significa che si sta scendendo in basso. Un modesto consiglio da uno che legge cosa scrivono i lettori e sente l’aria che tira nel Paese: non provateci.”
Sullo stesso giornale, Alberto Di Majo – in un articolo dal titolo “Ai partiti 100 milioni” – scriveva:
“Sugli italiani arriva la stangata fiscale, sui partiti una montagna di soldi. Il 31 luglio i movimenti politici otterranno 100 milioni, l’ultima rata dei 503 milioni di rimborsi elettorali per le consultazioni del 2008. Peccato che li spendano in auto di lusso, lauree, viaggi e case. (….) Soltanto per restare in Europa, le Camere di Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna insieme spendono quanto l’Italia. (….) Mal di testa ? Preparate l’aspirina. I partiti hanno incassato più di quanto costerà la riforma del lavoro. (…..) Magna magna ? Massì, tanto che il Senato impegna 40 mila euro all’anno solo per le posate. Sì, per forchette, coltelli e cucchiai. Spariscono ogni anno. Si mangiano pure quelli.”
Sempre su IL TEMPO, Nicola Imberti – in un articolo dal titolo “Nei sondaggi sono tutti giù per terra” – riportava l’opinione di Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing:
“Il bacino elettorale leghista, pur deluso, non si sposterà verso altre forze. Piuttosto potrebbe andare a ingrossare le fila dell’astensionismo, che sino a poco tempo fa si attestava intorno al 30/33%, adesso è al 47/50%. Un bacino di voti appetibili che potrebbero essere conquistati da nuovi partiti che potrebbero nascere.”
Pier Luigi Bersani, intervistato dal CORRIERE DELLA SERA, affermava:
“Per somigliare alle democrazie europee dobbiamo prevedere che la politica sia sostenuta. O ci ribeccheremo un miliardario che suona il piffero e tutti dietro.”
Enzo Carra (Udc), intervistato da AVVENIRE, sosteneva che “il finanziamento privato dei partiti potrebbe essere anche più pericoloso, visti i gruppi di pressione, anche malavitosi, che avrebbero interesse a condizionare la politica.”
Giovanni Pepi, nel suo editoriale su IL GIORNALE DI SICILIA, scriveva:
“Si sostiene che il finanziamento pubblico è necessario, altrimenti la democrazia sarebbe dominata dai ricchi. Non è vero. Un partito forte nelle idee, presente nel territorio, può ben richiedere e ottenere aiuti di ogni genere per libera adesione di enti privati e singoli cittadini.”
È quanto crede con convinzione e lungimiranza ITALIANI LIBERI E FORTI, il primo partito italiano che ha deciso di dire “NO, GRAZIE !” alla possibilità di ottenere soldi dallo Stato per la sua attività politica. E lo stesso cortese rifiuto viene rivolto, cari Bersani e Carra, ai “miliardari con il piffero” e ai “gruppi di pressione, anche malavitosi” con l’importo massimo di 10.000 euro previsto per il contributo dei soci sostenitori di ITALIANI LIBERI E FORTI.
Per risolvere il problema, che oggi tanto appassiona i “mass-media” e quindi l’opinione pubblica, non c’è affatto bisogno (caro Di Pietro) di un referendum abrogativo o (caro Casini) di una nuova legge: è sufficiente che i partiti inseriscano nel loro Statuto un semplice articolo che preveda solo il finanziamento con fondi privati e – per evitare quelli con il piffero o i malavitosi – un modesto limite massimo ai contributi dei soci sostenitori.
Ma siamo certi che questa nostra logica e razionale proposta non sarà accettata da lorsignori, che giudicheranno ITALIANI LIBERI E FORTI come un partito troppo idealista e quindi utopista. Tuttavia siamo anche certi che non sarà questo il giudizio di milioni di elettori, che crederanno nella nostra lucida determinazione di cambiare il modo di fare politica in Italia. Si parte proprio dal problema dei soldi in mano ai partiti e del loro corretto uso.
Cari “mass-media”, non pensate che sia utile anche per voi darci un po’ di spazio? O temete che i soldi della pubblicità elettorale – destinati inevitabilmente a ridursi con l’azzeramento del finanziamento pubblico dei partiti – possano finire tutti in mano a Google o a Facebook?
Giovanni Palladino
Segretario Politico Nazionale
ITALIANI LIBERI E FORTI