Good News –
13 maggio 2012
MARCIA PER LA VITA:
Io, mamma, c’ero!
Di Stefania De Angelis
Partiamo da una premessa importante: non occorre essere necessariamente madri per schierarsi dalla parte della vita e non siamo qui per giudicare chi si è trovato nella triste scelta di non far proseguire il processo di crescita di un figlio. Siamo qui per denunciare un fatto incontrovertibile: aumento esponenziale degli aborti. E per cercare insieme di sensibilizzare persone ed istituzioni a realizzare progetti e concretezze pro-vita. Mettere, cioè, tutti coloro che si trovano davanti ad una nuova vita inaspettata o problematica, nelle condizioni di poterla accettare poiché potranno confidare nella rete di aiuti civici e istituzionali. Siamo qui per sostenere il pensiero che non dovremmo investire tempo ed energie per evitare le nascite, ma per assicurare la vita nascente, affinché non si sia lasciati soli nel momento del bisogno (aiuti alle neo mamme, sostegni economici e psicologici, abbattimento delle barriere architettoniche, tutela e sostegno a favore dei disabili e alle loro famiglie, creazione di istituti dedicati a bambini con gravi patologie, formazione professionale ad hoc) . E’ certamente la “vita più stretta”, la più faticosa da concretizzare sia come servizi che come tempistiche, ma crediamo fortemente che questo sia possibile. Dobbiamo crederlo, per il nostro futuro.
E’ partita dai Fori Imperiali per raggiungere Castel Sant’Angelo la marcia Nazionale per la Vita.
In marcia per le vie del centro c’erano, alla presenza del sindaco di Roma, in occasione della Festa della Mamma, sia giovani che anziani provenienti da tutta Italia ma anche dalla Francia, dalla Spagna, dall’Ungheria, dalla Polonia e Nigeria.
C’è chi ha scelto di manifestare cantando e urlando slogan pro vita come il nutrito gruppo di giovani sacerdoti dell’Istituto del Verbo Encarnado o chi silenziosamente mostrando cartelli. “Più nascite meno aborti”, “L’aborto è violenza, è omicidio”, “Basta genocidi silenziosi”, “Non uccidiamo il futuro”, “194: già 5 milioni di morti” sono alcune delle scritte portate in piazza.
Il Popolo della vita, così caro a Giovanni Paolo II, così ampiamente citato e sferzato ad un maggiore impegno nella Enciclica Evangelium Vitae, si è ritrovato in questo fine settimana nella capitale e superando finalmente gli schematismi e le restrizioni del passato, si è espresso ad una sola voce ed un solo corteo. Tante voci, tante bandiere, tanti colori, tanti volti e non solo necessariamente tutti cattolici.
Durante il cammino non è possibile non percepire che il Popolo della vita ha superato i vecchi leader ed anticipato i tempi del rinnovo della classe dirigente che è riuscita in una impresa finora mai realizzata: portare in piazza migliaia di persone per difendere chi non ha voce, il concepito.
Forse, qualcosa sta cambiando. Non dovremmo disperdere questa forza e questa energia. Perlomeno una volta l’anno ritroviamoci e saremo sempre di più perché sull’esempio molti altri prenderanno coraggio e anche i dubbiosi potrebbero ravvedersi all’ultimo momento.