Roma/ Casa del cinema. Dopo l’esordio al ‘Festival du Film Italien de Villerupt’, a partire da oggi 3 luglio fino all’11 settembre 2012, è visitabile l’esposizione fotografica intitolata ‘Ciao Maschio‘ firmata da Adolfo Franzò. Si tratta di una galleria di 42 immagini che ritraggono gli esponenti del cinema italiano più recente. La modalità tecnica del bianco e nero offre all’excursus fotografico una forza iconica superiore nel raccontare i volti di questi protagonisti al maschile– una scelta dunque unilaterale che più si imprime dell’immaginario dell’osservatore.
Favino, Giallini, Accorsi, Scamarcio, Germano, Rossi Stuart, Bova, Argentero, Boni, Santamaria rappresentano il costituirsi di una generazione successiva rispetto ad attori come Buzzanca, Giannini, Bentivoglio, Abatantuono, Fantastichini. Ognuno di loro racconta con pienezza espressiva- in una piega del volto, un modo di guardare l’obiettivo o un sorriso- qualcosa della propria identità singolare di uomo e di attore.
Il ritrattista su Fattitaliani.it – racconta ‘ogni singola immagine di questa mostra ha dietro di sé sensazioni, aspetti e ricordi differenti, legati soprattutto al rapporto di complicità e fiducia che si è istintivamente creato con ogni attore al momento degli scatti: chi è stato più ironico, chi più rigido o formale, chi più timido o schivo, chi più vanesio, chi più professionale, chi più sbrigativo, ma comunque tutti infine sedotti dall’irresistibile fascino della macchina fotografica. Credo e spero di aver colto in ognuno degli attori qui ritratti la loro più essenziale “maschia” istintività nel posare davanti al mio obiettivo, cercando di farla venir fuori nel miglior modo possibile magari attraverso un semplice sguardo, un’improvvisata postura, un sottinteso movimento della testa, una barba trascurata, una luce giocata ad arte’.
Dal punto di vista del fotografo- come egli stesso dichiara- il rappresentante per eccellenza della mascolinità sembra essere Lando Buzzanca: professionalità, tacita ironia, merdionalità si combinano nell’incisiva espressività di questo interprete.
Ma anche Marco Giallini – che più che sedotto dalla macchina fotografica sembra sia lui a sedurla- fra quelli della nuova generazione -rappresenta in tutta la sua fisionomia un tipo quasi esemplare di maschio la cui bellezza cinematografica, ma anche tangibile, sta in quella durezza delle pieghe nel volto- in una statura fisica importante, proporzionata all’emanazione di una personalità come conquistata da un iter biografico ispido che si lascia scorgere nello sguardo deciso e lì, fra l’insieme dei suoi lineamenti insoliti.
Silvia Buffo